Questo pomeriggio a Pievepelago, nell’alto Appennino Modenese, Michele Mari ha ritirato il XV Premio Letterario Frignano, vinto con il romanzo “Rosso Floyd” pubblicato per i tipi di Einaudi. A battezzare la nuovissima sezione del premio, il “Frignano ragazzi”, è stata Beatrice Masini con il romanzo “Bambini nel bosco”, pubblicato da Fanucci editore.
La consegna dei premi – 5.000 al vincitore e 3.000 per il primo classificato della sezione ragazzi – è avvenuta presso il Cinema Teatro Cabri di Pievepelago (Mo) alle ore 17.00. Presenti alla premiazione il Sindaco di Pievepelago, Corrado Ferroni, il Presidente dell’Accademia “Scoltenna” Livio Migliori, l’Assessore provinciale Mario Galli, il Presidente della Comunità Montana Luciano Serri e i Sindaci dei Comuni di Fiumalbo e Riolunato.
Questi i commenti della giuria alle due opere selezionate:
Sono in molti a parlare in prima persona in questo romanzo di Michele Mari, “Rosso Floyd”, pubblicato da Einaudi: comprimari, comparse, parenti o soltanto fanatici estimatori, oltre ai protagonisti, tutti testimoni di un’avventura musicale che ha segnato un’epoca, quella dei Pink Floyd, la rock band inglese nata nella seconda metà degli anni Sessanta e durata, tra alterne vicende, anche drammatiche, fino al 2 luglio del 2005 quando i superstiti componenti del gruppo parteciparono a una manifestazione organizzata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi dell’Africa.
Michele Mari dà voce a una miriade di personaggi che insieme raccontano la storia dei Pink Floyd da punti di vista anche discordanti, così come succede quando si racconta dopo molti anni una storia che è ormai mito. Ne risulta un concerto che possiede, in prosa, tutte le caratteristiche della musica rock, a cominciare dalla molteplicità degli stili, dal blues al folk, e dalle sonorità spesso aggressive. Con l’aggiunta di un contorno spettacolare (come spettacolare era la scenografia delle esibizioni pubbliche del gruppo), fatto di referti enciclopedici, verbali, rigistrazioni. Nell’insieme il romanzo di Michele Mari finisce per somigliare lui stesso a un concerto dei Pink Floyd, e questo lo rende rende originale, se non unico, nel panorama piuttosto piatto della nostra narrativa dove il pop prevale sul rock.
I Pink Floyd parlano, raccontano, confermano o smentiscono le testimonianze e le voci diventate leggenda. Uno solo non parla, forse il più importante, di sicuro il più famoso, perchè tra i fondatori del gruppo e perché a un certo punto fu costretto ad abbandonare per problemi psichiatrici dovuti all’uso di droghe pesanti. Eppure il cantante e chitarrista Syd Barrett, detto non a caso Crazy Diamond, Diamante Pazzo, continua a essere presente, di persona e con la sua splendida musica, in tutto il romanzo, questo scritto da Michele Mari e quello vissuto dai Pink Floyd. Un fantasma che ogni tanto appare anche in carne e ossa (Syd ritiratosi nello scantinato della casa di sua madre, morirà nel 2006), testimone commovente con la sua presenza fisica, prepotente nei ricordi. Lo scrittore lo tratta con affetto, ne fa un esemplare rappresentante dei sogni infranti della generazione che era giovane negli anni Sessanta-Settanta. Il materiale dei singoli capitoli (definiti testimonianza, confessione o lamentazione) è ricavato da interviste, memoriali e altri documenti, il tutto ricostruito dalla fantasia dello scrittore che interpreta, descrive in forma narrativa, aggiunge quello che manca e fa parlare anche i morti. Come Michelangelo Antonioni che nel ‘69 inserì nel suo film “Zabriskie Point” tre brani commissionati alla band inglese. Fantasie che non escono mai dai binari del credibile, perché si tratta di una realtà solo filtrata dal sogno e musicata dai Pink Floyd.
“Bambini nel bosco” di Beatrice Masini, edito da Fanucci, è un libro che mantiene più di quello che promette. Si presenta come un romanzo per ragazzi , in effetti ne ha tutte le doti per quello che attiene alla limpidezza della scrittura e alla ricchezza della dimensione fantastica. Ma il tono della favola -sia pure d’ una favola nera e apocalittica- si mescola con naturalezza all’ apologo fantascientifico di stampo orwelliano, narrando la fuga verso il bosco dell’avventura da parte d’una banda di ragazzini sopravvissuti a un’imprecisata catastrofe, sotto l’occhio d’un Grande Fratello dapprima neutrale, poi complice e partecipe, con il quale il lettore è portato a identificarsi.
La trama è ben costruita, i personaggi disegnati con cura affettuosa, la scrittura agile e padroneggiata con mano sicura. Non a caso, in modo abbastanza irrituale rispetto alle consuetudini di quel premio blasonato, Bambini nel bosco è stato quest’anno scelto fra i dodici candidati al Premio Strega: un libro per ragazzi, dunque, ma anche qualcosa di più. La giuria del premio Frignano, che si è espressa all’unanimità, è quindi particolarmente lieta di inaugurare con questo libro il palmarès della neonata sezione di narrativa per ragazzi.