Adesione altissima in tutta Italia – secondo alcuni dati non ancora definitivi a Roma e Milano è stata quasi totale – da parte dei giudici e pm allo sciopero convocato dall’Anm (Associazione nazionale magistrati) per protestare contro la riforma dell’ordinamento giudiziario.
In Cassazione tutti i giudici si sono astenuti dal lavoro tranne le udienze urgenti. E dopo le polemiche che nei giorni scorsi hanno accompagnato la decisione dei magistrati di incrociare le braccia oggi il ministro della Giustizia, Roberto Castelli torna a parlare della riforma.
“Il tempo è scaduto” ha infatti dichiarato il Guardasigilli aggiungendo “la riforma o si fa o non si fa. Io ci ho provato”. Per Castelli il tempo limite per la riforma dell’ordinamento giudiziario è settembre: “dopo di che non c’è più tempo” perché bisognerà approvare i decreti legislativi.
Castelli poi rispondendo a chi gli chiedeva se dopo lo sciopero di oggi, intraveda la possibilità di riaprire un dialogo con l’Anm per scongiurare gli altri due giorni di stop proclamati dal sindacato dei magistrati, dice: “Qui non è più questione di dialogo, ma se si vuole affossare la riforma o no: il tempo è scaduto”.
E per quanto riguarda i dati di adesione allo sciopero, il presidente dell’Anm, Edmondo Bruti Liberati ha detto: “Ci avviciniamo ad una media nazionale del 90% anche se ancora mancano i dati di alcune delle sedi più consistenti. Le notizie che abbiamo finora mostrano un’adesione ampissima dei magistrati allo sciopero”.
Al riguardo Bruti Liberati ha aggiunto che si è trattato di “uno sciopero che avremmo preferito non dover fare. Ma il risultato conferma l’unità dei magistrati: che non solo i vertici dell’Anm, ma tutti i magistrati condividono le ragioni di questa protesta”.