Tra il 20 e il 30% degli europei é in sovrappeso o soffre di obesità, ed il 4% sono bambini. In mancanza di interventi decisivi “nei prossimi 5-10 anni nell’Ue, l’obesità raggiungerà il livello che si riscontra oggi negli Usa in cui un terzo della popolazione è obeso e un terzo in sovrappeso”.
La dura messa in guardia viene dal commissario europeo per la sanità David Byrne che chiede agli europei di dire ‘alt all’obesità”, mentre a Ginevra l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ricerca nuove strategie per combatterla. Si tratta, sostiene l’Oms, di uno dei problemi di salute pubblica più visibile e tuttavia ancora trascurato. Nel mondo circa 300 milioni di individui sono obesi. Byrne teme che il fenomeno diventi “la calamità del 21/mo secolo come il tabacco lo è stato per il ventesimo”. La nutrizione è da tempo tra le preoccupazioni di Bruxelles, ma anche dell’Italia che ha lanciato campagne di sensibilizzazione per modificare gli stili di vita e per mettere al bando le porzioni extralarge.
Gli italiani che non superano la prova della bilancia sono 16 milioni con un aumento drastico dell’obesità del 25%. Secondo i dati pubblicati dall’Istituto superiore della sanità e dall’Istat sono circa il 4% dei bambini ad essere obesi e il 20% in sovrappeso. Il problema interessa soprattutto la fascia di età tra i sei e i 13 anni e i maschi rispetto alla femmine. La regione con il più alto numero di bambini obesi è la Campania (36%) mentre il numero più basso è in Valle d’Aosta (14,3%).
Quella che è ormai considerata un’epidemia della società del benessere, è causate da cattivi stili di vita come la sedentarietà, ma anche dal livello di istruzione e dalle risorse economiche della famiglia. Dal prossimo giugno si concluderanno i lavori del gruppo di esperti nominati dal ministro per la sanità Girolamo Sirchia che hanno avuto come mandato di stabilire le nuove indicazioni nutrizionali per valorizzare la dieta mediterranea. Si tratta di un’operazione culturale per spiegare agli italiani quale è la misura giusta del mangiar bene e quali sono i grassi pericolosi alla salute da sopprimere. Byrne mette anche i guardia sui costi sanitari imputabili all’obesità “che nei paesi occidentali sono stimati dal due all’otto %”.
Un costo che rischia di salire dato che, come ha evidenziato la Conferenza sull’obesità svoltasi a Copenaghen nel settembre 2002, l’incidenza della malattia è aumentata in Europa nell’ultima decade dal 10 al 50% secondo i paesi. Il Regno Unito si situa ad uno stadio più avanzato nell’evoluzione verso l’obesità, ma gli inglesi sembrano decisi a cambiare abitudini e negli ultimi dati pubblicati in questi giorni si registra un forte calo nelle vendite di patatine, noccioline, cioccolata e caramelle. In Italia, il ministro Sirchia non ha escluso il ricorso a provvedimenti drastici.
“Contro l’obesità – ha detto – si finirà per ricorrere alle maniere forti come ha fatto il congresso Usa che, dopo ripetuti richiami, ha aumentato le tasse sui prodotti fortemente calorici”. L’Europa intanto si prepara a portare un nuovo contributo nella lotta all’obesità creando per il 2005 l’eurodieta, con la messa al bando dei messaggi fuorvianti sulle etichette.