Il 6 luglio 1979 Luisa Guidotti
Mistrali, medico missionario modenese, venne uccisa dai
guerriglieri in Rhodesia (l’attuale Zimbabwe), dove da anni
prestava il suo servizio volontario presso l’ospedale della
missione di All Souls.
A 25 anni dalla morte della dottoressa,
per la quale si è aperto già dal 1996 il processo di
canonizzazione, prenderà il via nei prossimi giorni un
calendario di celebrazioni e iniziative (fra cui pubblicazioni e
percorsi didattici), per far conoscere il valore del suo impegno
e del suo sacrificio.
E’ stato lo stesso arcivescovo di Modena, mons.Benito Cocchi,
a presentare questa mattina il programma delle manifestazioni,
che si apriranno lunedì prossimo con una mostra fotografica
allestita nei locali attigui alla chiesa di S.Domenico, e una
conferenza dedicata al valore universale della santità. Le
spoglie di Luisa Guidotti Mistrali qualche anno fa sono state
traslate nel Duomo di Modena e sulla lapide è riportato un
passo dal Vangelo di Giovanni: “Nessuno ha un amore più grande
di questo: dare la vita per i propri amici”.
“Luisa è stata davvero medico per amore, una donna capace
di donarsi per gli altri – ha sottolineato mons.Cocchi – Modena
deve essere orgogliosa di lei”. Luisa Guidotti Mistrali era
nata a Parma il 17 maggio 1932, e già a 15 anni si era
trasferita a Modena con la famiglia, dove aveva condotto gli
studi. Il 10 agosto 1966 partì per l’allora Rhodesia, dove
l’anno precedente la minoranza bianca aveva proclamato
unilateralmente l’indipendenza dalla Gran Bretagna, e dove si
era scatenata la guerriglia.
In dieci anni di lavoro, la dottoressa riuscì a ridare
dignità all’ospedale della missione. Venne anche arrestata,
quindi liberata e poté tornare fra i suoi ammalati. Venne
uccisa da una raffica di mitra mentre accompagnava in un vicino
ospedale una partoriente a rischio. Nel 1983 l’ospedale di All
Souls è stato intitolato a lei.