In Emilia-Romagna si vive di piu’,
ma si mangia anche troppo e in agguato ci sono obesita’, diabete e pressione alta. Se non rinunciano al cibo, gli emiliano romagnoli non sanno nemmeno perdere il vizio del fumo. Lo dice il Rapporto della federazione associazioni dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi) 2004 ‘L’Italia dice 33’.
Secondo lo studio l’Emilia-Romagna e’ una sorta di ‘culla rassicurante’: chi ci nasce, soprattutto se donna, ha una speranza di vita piu’ alta della media italiana. Ma nel rapporto dagli internisti ospedalieri che ha analizzato l’Italia regione per regione, per gli emiliani-romagnoli non ci sono sul fronte salute solo buone notizie.
La prima nota dolente e’ la quella della bilancia. Solo 13 abitanti su cento seguono una dieta, ma spesso ‘fai da te’. E solo 9 su cento rinunciano a mangiare la pasta tutti i giorni.
In agguato ci sono diabete, pressione e colesterolo alti. Ma i medici hanno ribadito nel loro rapporto, basato su dati Istat 2001, fuma anche di piu’ rispetto alla media italiana: 25,8 abitanti ogni 100, contro una media nazionale di 23,8. Aumentano infine i casi di scompenso cardiaco e in generale le patologie croniche cardiovascolari e respiratorie.
In Emilia-Romagna pero’ a rischiare grosso, secondo il rapporto, e’ lo stesso servizio sanitario nazionale che funziona ma e’ ”sotto i colpi della devolution” tanto che Ido Iori, medico di Reggio Emilia e presidente della Fadoi, ha lanciato un appello in una lettera aperta al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
”L’aspettativa di vita e’ un po’ piu’ alta rispetto alla media nazionale – ha confermato Domenico Panuccio, presidente della Fadoi Emilia-Romagna – La qualita’ della vita e’ piu’ che buona. Il servizio sanitario e’ efficiente”. Bologna e’ stata giudicata tra le citta’ meno stressanti d’ Italia e il disagio sociale e’, per il rapporto, ai minimi termini. ”L’alcolismo, tra giovani e meno giovani – ha detto Panuccio – non e’ una piaga sociale come altrove”.
Ma ”c’e’ preoccupazione per le abitudini alimentari: mangiare disordinatamente porta ad effetti dannosi oggi e in prospettiva: obesita’, ipercolesterolemia e diabete mellito sono, con l’ipertensione e il fumo, fattori di rischio di patologie ben piu’ gravi”. Servirebbero, per gli internisti, iniziative educazionali per promuovere stili di vita corretti.