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Reggio E.: per matricida omicidio volontario premeditato

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E’ accusato di omicidio
volontario premeditato Christian Schiavi, il ventenne che nella tarda serata di venerdi’ ha ucciso con due coltellate all’addome la madre Anna Previato, 60 anni, dopo essere stato scoperto mentre rubava pochi spiccioli, due telefoni cellulari e un orologio nell’ abitazione della famiglia a Castelnovo di Sotto, nella campagna reggiana. Lo ha detto ai giornalisti il pm Luciano Padula.


La premeditazione e’ stata contestata perche’ le indagini dei carabinieri hanno appurato che il ragazzo – nullafacente, qualche piccolo precedente per rissa e porto abusivo di coltello, che per qualche tempo si era allontanato da casa per dissapori con i familiari – aveva portato dall’esterno il coltello da cucina, con una lama di venti centimetri, con il quale ha poi infierito sulla madre. E’ caduta quindi l’ipotesi che il giovane, scoperto da Anna Previato, avesse preso un coltello dall’abitazione, mentre si rafforza quella che il giovane avesse l’intenzione di uccidere.
I carabinieri stanno indagando anche su un amico di Christian, che gli avrebbe fornito il motorino con il quale il ragazzo e’ andato a casa e poi, dopo il delitto e dopo essersi cambiato i vestiti, si e’ allontanato per andare a buttare in un cassonetto per l’ immondizia nella vicina Taneto di Gattatico il coltello e i suoi abiti sporchi di sangue.
Dopo aver ucciso la madre Christian Schiavi, fratellastro e ultimo dei sei figli della donna, che era vedova, e’ andato con un amico a fare un giro in auto a Parma e poco prima di tornare a casa, fingendo con gli investigatori di avere un alibi che si e’ rivelato subito troppo fragile, con i pochi soldi rapinati alla mamma avrebbe anche offerto da bere agli amici.


Gli investigatori, avvertiti dell’omicidio da un altro figlio, di rientro dal lavoro poco prima delle 5 del mattino di sabato, avevano notato una scala appoggiata all’esterno della casa, all’altezza della finestra del bagno, che aveva le imposte aperte. La donna era in un lago di sangue sul letto. Gli inquirenti avevano avanzato subito l’ipotesi di una rapina compiuta da un balordo che aveva deciso di prendere di mira una casa isolata, ma le modeste condizioni della famiglia e i problemi del figlio minore avevano fatto presto puntare l’ interesse degli investigatori sul ragazzo che – interrogato a lungo nella caserma dei carabinieri di Castelnovo – alla fine aveva confessato, permettendo anche di recuperare l’arma.