Errani si lamenta del taglio agli sprechi attuato dal Governo Berlusconi e poi “getta” i soldi pubblici in opere costate milioni di euro e tutt’ora inutilizzate. Stiamo parlando del porto fluviale di Boretto, inaugurato quattro anni fa, il 12 Maggio 2006, e ancora inattivo. Un progetto che non può decollare se prima non si rende navigabile il fiume Po. Quanto costa alla Regione, e conseguentemente ai cittadini, l’inattività di un opera del genere?
L’inviato di Striscia la Notizia Moreno Morello, invitato da Civiltà Borettese, arrivato a Boretto il 22 Maggio scorso per denunciare l’anomalia, ha ricordato che l’opera, costata circa 17 milioni di euro, doveva servire per rilanciare il trasporto fluviale delle merci ma finora nessuna azienda si è detta interessata ad utilizzare il porto. L’infrastruttura avrebbe dovuto decongestionare il traffico dovuto al trasporto su gomma, diventando un’importante prospettiva di sviluppo per molte attività produttive. Oggi, invece il porto è solo un ecomostro inutilizzato, Lega Ambiente ne ha chiesto addirittura l’abbattimento.
Errani e i suoi non avevano previsto che nessuna azienda sarebbe stata interessata allo scalo. Si sono spesi milioni di euro per nulla?
E’ stata realizzata per 8 milioni di euro una banchina lunga 200 metri capace di accogliere due navi di quinta classe lunghe fino a 105 metri e larghe fino a 12 metri con capacità fino a 1.800 tonnellate, oltre ad un piazzale di servizio ampio 39.500 metri quadrati con una capacità operativa di 2.500 tonnellate al giorno.
Dobbiamo far funzionare il porto e incrementare la navigabilità del fiume. E’ dovere di tutti lavorare per far sì che questo accada. Arni/Aipo devono garantire la navigabilità del Po, fino a che questo non accadrà non si può immaginare che le aziende investano sul progetto. Il centrosinistra reggiano e i loro colleghi in Regione hanno dimostrato di non saper gestire i soldi pubblici in modo adeguato. Il porto di Boretto deve partire, rappresenta un’opportunità da sfruttare. Agevoliamo gli imprenditori disposti ad abbandonare, o almeno alleggerire, il trasporto su gomma. Ripariamo agli errori fatti.
Attraverso un’interpellanza ho preteso di avere notizie precise sul futuro del porto borettese.
(Fabio Filippi)