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Ferrari, dopo il Canada necessario un salto di qualità. Tanto lavoro a Maranello per preparare Valencia

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Il rammarico per una vittoria sfuggita per degli episodi non si è attenuato. Tutti condividono la stessa sensazione: quella di domenica è stata un’opportunità perduta. Allo stesso tempo, c’è stata la conferma che il campionato resta ancora apertissimo, soprattutto per quanto riguarda il titolo Piloti: se Fernando avesse conquistato una vittoria che era nelle sue possibilità, sarebbe in testa alla classifica.

Ora però è necessario fare un salto di qualità in termini di prestazione in modo da essere competitivi su ogni tipo di tracciato, non soltanto in quelli più congeniali all’attuale configurazione della F10, come si è visto in Bahrain, a Monaco e in Canada. Per questo a Maranello si lavora praticamente giorno e notte per preparare al meglio la gara di Valencia, un appuntamento che sarà molto importante per dare un senso alla stagione. Nel Gran premio d’Europa farà il suo debutto un importante pacchetto di novità e altre saranno in arrivo nelle gare immediatamente successive. Da Valencia alla pausa estiva ci saranno quattro gare in sei settimane e tutto può ancora cambiare.

Felipe sembra avere una sorta di maledizione in questo Gran Premio, visto che nelle ultime tre edizioni non è mai stato in grado di fare una corsa “normale”. Domenica avrebbe potuto ottenere un ottimo piazzamento, considerato il ritmo che ha dimostrato di avere in mano, ma due collisioni di cui non ha avuto nessuna responsabilità lo hanno relegato praticamente in fondo al gruppo. La penalità ricevuta per aver superato il limite di velocità in pit-lane, peraltro ininfluente sul risultato, è stata la beffa finale. Diverso il discorso per Fernando. Il suo terzo podio con la Rossa è sì motivo di soddisfazione perché rappresenta un’inversione di tendenza rispetto a due gare come Monaco e Turchia dove il bottino di punti era stato nettamente deficitario, ma il rammarico per un successo sfuggito soprattutto per degli episodi sfavorevoli resta ancora grande. Il pilota spagnolo non è certo uno che si perde d’animo e la grinta che ha mostrato alla squadra nella riunione di ieri pomeriggio successiva alla gara è la miglior garanzia che si lotterà fino alla fine per arrivare a conquistare l’obiettivo che ci si era posti ad inizio stagione.

La gara di Montreal ha evidenziato, fra l’altro, un altro elemento positivo. In otto gare fin qui disputate, la prestazione della squadra nei pit-stop è stata sempre molto costante, al livello più alto, e ieri lo si è visto chiaramente con il sorpasso effettuato da Fernando su Hamilton in occasione della prima sosta. Con il divieto del rifornimento in gara, i meccanici non possono più tararsi sul tempo previsto per l’inserimento della benzina nel serbatoio per effettuare il cambio gomme e le altre eventuali operazioni – domenica, per esempio, a Felipe hanno dovuto sostituire due volte il musetto – e dalla loro prestazione può dipendere la possibilità di guadagnare o perdere una posizione. Il merito della ripetitività ai migliori livelli dei tempi del pit-stop va ascritto al lavoro fatto dalla squadra in questi mesi, sia come organizzazione delle operazioni sia come sviluppo di nuove soluzioni, come il semaforo, che cominciano a trovare imitatori nella pit-lane.