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Carpi: approvato il Piano attuativo 2010 del Piano di Zona per la salute e il benessere sociale

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Il Piano attuativo 2010 relativo al Piano di Zona per la salute e il benessere sociale 2009-2011 del Distretto sanitario di Carpi e dei comuni delle Terre d’argine è stato approvato dal Consiglio comunale cittadino nel corso della seduta del 27 maggio scorso. Il documento, che è in pratica lo strumento integrato di programmazione delle azioni e degli interventi nel campo socio-sanitario per l’anno in corso così come definito dal Piano di Zona triennale, è stato presentato in aula dal neo-assessore alle Politiche sociali Alberto Bellelli: “questo Piano è stato contestualizzato dalla crisi economica attuale e riteniamo si debbano sperimentare una serie di interventi flessibili per venire incontro alla ‘fascia grigia’ di persone che soffrono questa situazione congiunturale – ha detto Bellelli – grazie ad una rete diffusa di servizi e soggetti come quelli del volontariato sociale e alla presenza di un Ufficio di Piano”. Il Piano rende disponibili 40 milioni di euro, due in più del 2009, messi a disposizione da Regione (attraverso il Fondo Sanitario Locale, anche straordinario, e quello per la non autosufficienza), Stato, Azienda Usl, Provincia, Asp, Comuni, privati. “Si intende mantenere la progettualità precedente – ha continuato Bellelli – ricordando che non tutti i fondi stanziati ad esempio dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi per i provvedimenti anticrisi e l’emergenza casa sono stati qui compresi per motivi di tempistica. Ritengo importanti gli interventi per anziani e disabili, quelli alla Residenza sanitaria assistenziale Il Carpine e le nuove strutture di villa Chierici. E sottolineo come siano in netto aumento gli utenti che si presentano ai nostri sportelli, con casistiche sempre nuove e una composizione eterogenea, il che rende fisicamente difficile anche la gestione dell’accoglienza delle persone in via Trento e Trieste”.

Liana Balluga e Sabrina Tellini, coordinatrici rispettivamente dell’area Sociale-Minori-Famiglie e Centro per le Famiglie e dell’area Adulti-Handicap-Disagio sociale dell’assessorato alle Politiche sociali, hanno in breve tracciato le linee principali d’intervento previste nel Piano attuativo 2010, ricordando i progetti per la genitorialità così come le azioni per intercettare la povertà e i casi sociali, gli interventi sulla prevenzione del disagio nell’adolescenza fino a quelli relativi al microcredito sociale. Maddalena Zanni (Pd) aprendo il dibattito ha dal canto suo voluto sottolineare due aspetti contenuti nel Piano attuativo 2010, in particolare gli interventi a favore dei giovani e delle fasce non considerate adulte e che sono possibili grazie ad un maggiore stanziamento regionale e all’operato di varie associazioni di vario orientamento, assieme alle scuole. Giliola Pivetti (capogruppo di Alleanza per Carpi) ha spiegato come il Piano di Zona abbia molte qualità ma comprenda anche interventi non indispensabili e una distribuzione frammentata e non organica di risorse: “il Comune ha un ruolo troppo pedagogico e non si fanno verifiche sui progetti compiuti”. Francesca Cocozza (Pd) ha invece ricordato come questo Piano punti ad includere e non ad escludere, ha chiesto di arrivare presto al trasferimento dei servizi sociali alle Terre d’argine e ha criticato il Governo per i tagli “che non aiutano la famiglia”. Critiche all’operato di Roma sono giunte pure dalla collega di gruppo Maria Grazia Lugli, che ha anch’essa rammentato il ruolo svolto dalla Regione Emilia-Romagna a sostegno degli interventi socio-sanitari in questa fase di crisi e i risultati di una ricerca che promuove i servizi erogati dal Comune di Carpi, per qualità e quantità. Giuseppina Baggio (PdL) ha invece definito il Piano di Zona come “il Prg delle strutture socio-sanitarie e degli interventi organici sul territorio. E’ uno strumento ben strutturato ma a mio parere non organico – ha detto – Molti interventi sono a pioggia, andrebbe fatta una adeguata verifica costi/benefici ad esempio su progetti come Sbulloniamoci o la mediazione linguistica distrettuale. Tutte le risorse possibili dovrebbero essere utilizzate per combattere la povertà, usate per i fondi affitto e l’Edilizia residenziale pubblica”. Lorenzo Paluan (Lista civica Carpi a 5 stelle-Prc) ha esordito ricordando come la frammentazione degli interventi dipenda da quella dei bisogni sociali. “Risponde oggettivamente a molti di questi il Piano, bisogna vedere se l’ente locale è stato però bravo a farsi carico di tutte le esigenze”.

Roberto Benatti (PdL) ha criticato nel suo intervento la poca flessibilità di questo Piano e “il non aver spostato risorse per rispondere a esigenze più gravi come quella dell’edilizia popolare, rispetto ad esempio agli interventi relativi all’iperattività degli adolescenti. Mi spiace che il Presidente Taurasi abbia lasciato in fondo alla lista degli ordini del giorno due documenti che incitavano la Fondazione CRC a investire sui temi proprio della casa”. Il capogruppo del Popolo della Libertà Roberto Andreoli dal canto suo ha preso la parola per chiedersi se “tutti hanno diritto a tutto, una domanda cruciale per il futuro per chi lavora in questo campo. Diamo troppo a tanti che potrebbero contribuire economicamente, senza aprire gli occhi: mi riferisco ad esempio all’assistenza ad un malato terminale con disponibilità o alle lezioni di ginnastica per anziani dal costo di un euro o ancora ai corsi di massaggio per i neonati. Un ente pubblico non se lo può più permettere. E la poca flessibilità del Piano dipende dalla rigidità della Legge regionale che impone tetti minimi di spesa”. E se i consiglieri Pd Marco Bagnoli e Daniela Depietri sono poi intervenuti l’uno per ribadire il calo delle risorse governative e le nuove problematiche su cui intervenire e l’altra per spiegare come la manovra governativa tagli 5 miliardi di euro alle Regioni, prefigurando gravi difficoltà per il 2011, il Sindaco Enrico Campedelli ha invece ribadito come non vi siano nuovi settori di intervento nel Piano attuativo 2010, “visto che si è preferito potenziare quanto già fatto e stimolare il protagonismo dei diversi soggetti che contribuiscono alla sua realizzazione. Rispetto alla domanda di Andreoli posso dire che dal 2005 abbiamo avviato un rapporto con la Guardia di Finanza provinciale per fare controllare le autocertificazioni dubbie ed evitare veri e propri furti da parte di chi abusa dei servizi sociali ed educativi senza averne diritto. Abbiamo verifiche e strumenti per fare ciò”. Dopo che il primo cittadino ha risposto ad una precisa richiesta del consigliere Benatti sul ruolo del ragioniere capo del Comune di Soliera nell’ambito dell’Ufficio di Piano, in attesa del passaggio delle politiche sociali all’Unione Terre d’argine, l’assessore Bellelli ha chiuso il dibattito sottolineando che la capillarità degli interventi non significa di per sé disomogeneità e scarsa flessibilità, che l’analisi costi/benefici va fatta su tempi lunghi e che l’aiuto a chi è in una situazione di povertà si concretizza non solo con contributi economici ma anche con il riscatto del reinserimento al lavoro. “Va resa più evidente la fascia grigia di chi non ce la fa più causa la crisi ma non si trova in condizioni di povertà. Per essa non deve essere prevista solo assistenza ma un percorso che ne renda più evidenti le richieste: le politiche sociali sono identitarie per la comunità oltre che strumenti di equità sociale”.

Il Piano attuativo 2010 è stato infine approvato dal Consiglio con i voti favorevoli di Pd e Idv, l’astensione di PdL, ApC e Lorenzo Paluan e il voto contrario della Lega nord Padania.