«Grazie alle “nude cifre” fornite sabato dal questore Margherito il dibattito sulla sicurezza in città esce finalmente dall’arena dello scontro ideologico, evita le disquisizioni, spesso stucchevoli, su “realtà e percezione” e fa un deciso passo avanti verso una valutazione oggettiva, quindi razionale, dei fatti. Che, in estrema sintesi, sono: in un anno i furti calano del 6 per cento; le rapine del 22,6 (quasi 30 per cento in provincia); gli scippi del 25 per cento. E la tendenza è confermata anche per i primi 4 mesi del 2010».
Il segretario cittadino del PD Boschini commenta i dati sui reati a Modena forniti dal questore.
«Un risultato che assume particolare valore se si considera che – come ha tenuto a precisare il questore – i modenesi non hanno difficoltà a rivolgersi alle forze dell’ordine ma “denunciano qualsiasi cosa, dal furto del singolo addobbo natalizio ai cerchioni dell’auto smontati”. Ora, se qualcuno fosse interessato ad alimentare polemiche potrebbe, cifre alla mano, chiedere alla destra perché – e con quali obiettivi – continui a dipingere questa città come terra di nessuno, in preda a bande di ladroni che liberamente taglieggiano e opprimono la popolazione. Certo, cavalcare la paura può procurare consenso ma non aiuta a risolvere i problemi, anzi li aggrava e accresce il senso di insicurezza dei cittadini. A noi però non interessano le polemiche ma i fatti. E i fatti ci dicono in modo chiaro che questo è il risultato del buon lavoro svolto dalla polizia e dalle forze dell’ordine, in collaborazione con gli agenti della polizia municipale. Una verità banale ma spesso dimenticata da chi pensa ancora che la sicurezza dei cittadini possa essere “privatizzata” e affidata a ronde, vigilantes e “passeggiate verdi” come quella annunciata per domani sera dalla Lega. Le forze dell’ordine sono il pilastro attorno al quale costruire una seria politica della sicurezza in Italia e nel nostro Paese. E per questa ragione vanno non solo ringraziate ma messe in condizione di svolgere sempre meglio il loro lavoro. Quindi più risorse, più mezzi, più uomini, più tecnologia. Esattamente il contrario di quanto questo governo va facendo da due anni a questa parte. Acquisiti i dati positivi presentati dal Questore, è evidente che non ci si può accontentare dei risultati ottenuti, perché la guerra alla criminalità – che nel nostro Paese ha il valore strategico della lotta per la legalità – è ben lungi dall’essere vinta. E richiede un impegno più convinto da parte del governo, col contributo integrato degli enti locali. Sta qui la vera sottovalutazione dell’allarme diffuso nell’opinione pubblica: non capire che ben altri – e più radicali – sarebbero i risultati della guerra alla criminalità e all’illegalità diffusa se le forze dell’ordine e gli enti locali avessero a disposizione risorse, supporti logistici e organici adeguati al compito che viene loro richiesto. Una sottovalutazione gravissima di cui il governo porta tutta intera la responsabilità».