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Lugli (PRC): Modena e le nuove urbanizzazioni

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Il dibattito suscitato dalle previste urbanizzazioni in via Cannizzaro è solo l’ultimo episodio di un confronto mai davvero sviluppato che ha per oggetto il territorio di questa città e della stessa Provincia. È lecito chiedersi se progetti come questo, o come la piscina nel parco Ferrari, o la torre di 11 piani nell’area ex AMCM, godono davvero del consenso della maggioranza dei modenesi.

Discutere di questi progetti non significa imbalsamare la città, come pensa L’assessore Sitta, ma ragionare della sua evoluzione. Sitta continua a presentarsi come il portabandiera di chi vede il territorio non come un bene finito da tutelare, ma come una mera opportunità per avviare cantieri, senza alcuna seria analisi sulla loro reale necessità. E in questo senso anche progetti come la pista di Marzaglia o la Bretella Campogalliano-Sassuolo sono emblematiche: la loro inutilità è palese, ma la decisione di realizzarle è per il PD (ed anche per il PDL) irrevocabile.

Il Sindaco Pighi ha affermato che i 250 nuovi alloggi in Via Cannizzaro “rispondono alla richiesta di abitazioni che la città esprime”. Noi, invece, avevamo capito che per Pighi il territorio era considerato un bene finito e che anche la Provincia, in materia di pianificazione territoriale puntava nel PTCP a ridurre il consumo di nuove aree e a recuperare l’esistente non utilizzato. Sono obiettivi ancora validi o erano solo dichiarazioni di facciata?

Nella provincia che è ai primi posti in Regione per alloggi nuovi invenduti e presenta il primato italiano per sfratti per morosità dovremmo credere che il caro-alloggi dipende dal fatto che in questi ultimi decenni si è costruito troppo poco? Dovremmo ignorare il fatto che mentre si è continuato a costruire senza reali limitazioni, il prezzo del mattone è sempre aumentato? Segno evidente che non si rispondeva ai bisogni dei cittadini, ma alla speculazione edilizia.

L’esperienza dimostra che non è spingendo l’acceleratore sulla cementificazione che si garantisce il diritto alla casa a tutte quelle famiglie che in misura sempre maggiore non hanno il denaro sufficiente per accedere al mercato dell’affitto o che, addirittura, ne sono stati espulse a causa di una crisi economica sempre più pesante. Occorre invece privilegiare realmente l’edilizia popolare e premere sull’utilizzo degli alloggi invenduti e sul recupero dell’esistente. È infatti evidente che le famiglie che oggi non accedono alla casa non trarranno alcun beneficio dalle nuove costruzioni previste.

Per Rifondazione l’urbanistica e la tutela del territorio rappresentano, assieme al tema del governo dei beni comuni, il principale argomento di confronto col PD e il centrosinistra modenese. Si parla spesso di “stati generali”. Il nostro auspicio è che in quella sede vi sia un confronto vero e non una discussione di facciata. In altre parole prima occorre definire il contesto generale e poi i singoli interventi, mentre oggi si ha l’impressione che sia proprio lo stillicidio di nuove proposte di urbanizzazioni a disegnare la città, con il rischio che agli “stati generali” si discuta solo del sesso degli angeli.

(Stefano Lugli, Segretario Federazione PRC Modena)