Si è avvalso della facoltà
di non rispondere, viste anche le sue condizioni di salute,
Michele D’Ambrosio, il pregiudicato di 31 anni che martedì
sera, al volante di una Porsche con a bordo due chili di
cocaina, al casello di Reggio Emilia ha investito e ucciso un
agente della polstrada, Stefano Biondi, ventottenne, all’
epilogo di una fuga cominciata molti chilometri prima.
Oggi era in programma l’ interrogatorio davanti al Gip
Santucci in ospedale (D’Ambrosio è stato ferito da un colpo di
pistola all’addome): “Mi riservo di parlare quando starò bene,
assistito dal mio avvocato di fiducia”, ha detto il
pregiudicato al giudice e al Procuratore capo Italo Materia.
Ieri aveva nominato come difensore l’ avvocato Antonio
Cappuccio, del foro di Bologna, che aveva già difeso
D’Ambrosio al processo per l’ omicidio di un gioielliere a
Vienna avvenuto nel maggio ’98: in primo grado venne condannato
all’ ergastolo, ma in appello fu assolto e la Cassazione
confermò la sentenza.
D’ Ambrosio sulla Porsche viaggiava con Fabio Montagnino, 28
anni, che è stato interrogato ieri dal Gip.