È stata introdotta da un riepilogo del processo in corso per la strage di Monchio, Susano e Costrignano, a cura dell’avvocato Andrea Speranzoni, l’approvazione della convenzione per valorizzare il parco della Resistenza di Monte Santa Giulia, istituito dalla Provincia di Modena esattamente quarant’anni fa proprio per ricordare l’eccidio di 138 civili compiuto dai nazifascisti il 18 marzo 1944. «La memoria diventa significativa quando si trasforma in memoriale e diventa patrimonio di chi la vive», ha affermato Mario Galli, vicepresidente della Provincia con delega alla Promozione del territorio, presentando i contenuti della convenzione «che riguarda non solo la gestione e la manutenzione del parco ma si pone anche l’obiettivo della trasmissione di valori, soprattutto ai giovani».
La convenzione, stipulata con l’Unione dei Comuni montani valli Dolo, Dragone e Secchia, e con il Comune di Palagano, è stata approvata con il voto favorevole di Pd, Idv, Udc e Lega nord (astenuto il Pdl). La Provincia, ente proprietario del parco e del centro servizi polifunzionale, si impegna a effettuare i lavori di manutenzione straordinaria nell’area del parco, a garantire la funzionalità del Centro servizi, a destinare alla copertura delle spese di manutenzione ordinaria i proventi della vendita del legname. Il Comune di Palagano dovrà mantenere la destinazione dell’area a parco naturale e concorrere alla sua valorizzazione anche promuovendo iniziative. L’Unione dei Comuni montani avrà il compito di effettuare gli interventi di silvicoltura e di forestazione, assicurare la manutenzione ordinaria del parco e le opere di manutenzione straordinaria concordate con la Provincia, concorrere alla valorizzazione del parco. Tutti i sottoscrittori si impegnano a valorizzare il parco nell’ambito di un più ampio progetto sulla memoria al quale la Provincia, come ha ricordato il presidente del Consiglio Demos Malavasi, «dovrà dare un contributo significativo».
Motivando il voto di astensione, Dante Mazzi (Pdl) ha affermato che «è giusto valorizzare il luogo del ricordo, ma chi vive lì non può vivere solo di memoria. Sarebbe bene separare i valori dalla gestione e rispondere meglio alle necessità del paese» e Luca Gozzoli (Pd), sostenendo che la convenzione «permette di ricordare in modo concreto la memoria di vittime per le quali non c’è ancora un riconoscimento ufficiale», ha rilevato che il parco «ha un rilievo turistico che può essere significativo per la particolarità del percorso che propone». «Dobbiamo insegnare ai giovani a prendersi cura dei luoghi della memoria» ha detto Patrizia Cuzzani (Idv), ma «la memoria dovrebbe essere a 360 gradi» ha replicato Bruno Rinaldi (Pdl). Anche Stefano Corti (Lega nord) ha sottolineato che «bisognerebbe riconoscere le vittime di entrambe le parti, anche quelle uccise dai partigiani», dicendosi poi d’accordo sulla convenzione perché «il parco, anche come luogo di interesse ambientale e turistico, serve agli abitanti della Val Dragone». Per Daniela Sirotti Mattioli (Pd), è importante avere la possibilità di andare sui luoghi della memoria «perché ci fa capire che dobbiamo alle vittime di allora la libertà che oggi viviamo».