La Scuderia Ferrari Marlboro arriva in Cina, sede della quarta tappa del Campionato del Mondo di Formula 1, in testa ad entrambe le classifiche. E’ un motivo di soddisfazione insieme al fatto che in Malesia, un circuito dalle caratteristiche molto differenti dai primi due del calendario, la F10 ha dimostrato di essere molto competitiva. Purtroppo, il potenziale non è stato sfruttato soprattutto perché, insieme ad altre squadre, è stato compiuto un errore di strategia in qualifica. I problemi di affidabilità che hanno afflitto la vettura di Alonso in Malesia sono stati individuati, in particolare quello che ha danneggiato il cambio, determinato da un problema di un componente. Una fumata bianca dal motore della vettura numero 8 aveva posto fine con un giro di anticipo alla corsa del pilota spagnolo: dopo i problemi avuti in Bahrain deve forse suonare l’allarme per i propulsori della Scuderia? Non è il caso, come ci spiega Luca Marmorini, Direttore Motori ed Elettronica della Gestione Sportiva.
“Abbiamo svolto un’approfondita investigazione su quello che è accaduto nelle ultime settimane e possiamo essere certi che non c’è nulla in comune fra le due situazioni. In Malesia il motore di Fernando si è rotto a causa di un cedimento di un componente strutturale, una cosa che non era successa nei test invernali. Pensiamo che abbia avuto un ruolo l’anomalo utilizzo del propulsore determinato dal problema al cambio verificatosi sin dall’inizio della gara. Inoltre, non c’è nessuna correlazione con i guasti avuti dalla Sauber nell’ultima gara, dovuti a problemi con dei sensori elettronici. In base al regolamento, ogni pilota può usare otto motori durante il campionato senza incorrere in penalità e il piano di utilizzo delle unità viene programmato attentamente. Come misura precauzionale avevamo ad esempio deciso di non usare i motori impiegati in gara in Bahrain nel Gran Premio successivo, in Australia, ma saranno utilizzati in Cina una volta valutatene con attenzione le condizioni dopo quanto era accaduto a Sakhir”.
Marmorini è soddisfatto di come sono andate le cose in questo inizio di stagione dal punto di vista della prestazione: “Sono contento perché credo che il nostro pacchetto sia veloce, anche se si può sempre andare più forte. Il nostro ritmo di gara è motivo di soddisfazione: possiamo fare di più per avere ancora un po’ più di prestazione, pur lavorando nei limiti di quanto consente il regolamento in vigore”. Infatti, anche se le regole prevedono un congelamento dello sviluppo in termini di ricerca della prestazione attraverso il divieto di modifiche alla maggior parte dei componenti, il reparto motori non sta con le mani in mano, come spiega Marmorini: “Il nostro lavoro è focalizzato ovviamente su affidabilità e consumi, come detto in precedenza ma lavoriamo anche insieme ai nostri colleghi del telaio per vedere come migliorare l’installazione del motore e dei suoi accessori in modo da permettere sviluppi in altre aree del pacchetto, come l’aerodinamica, che possono dare prestazione durante la stagione”.
Il consumo di carburante è stato uno dei temi al centro dell’attenzione durante l’inverno: “Purtroppo, dalle prime gare è impossibile avere un quadro chiaro di quale sia la situazione su questo fronte perché ogni gara è stata in qualche modo influenzata dalle condizioni atmosferiche” – afferma Marmorini – “Sul bagnato, ad esempi, il consumo diventa più difficile da controllare ed è un fattore meno importante. Possiamo dire di aver svolto un buon lavoro finora, basato su quanto era stato fatto durante i mesi precedenti, ma dobbiamo continuare a lavorare per cercare di migliorare ancora. Una volta che potremo fare un weekend completamente sull’asciutto allora avremo un quadro completo di dove siamo”.
La quarta gara della stagione si svolge su un tracciato che non è particolarmente severo per i motori. “Lo descriverei come un circuito medio: è vero che c’è un rettilineo molto lungo ma non è un problema particolare per il propulsore” – dice Marmorini – “Inoltre, la temperatura dell’aria di solito non è molto elevata, il che rende la vita più facile ai motori”.
Le temperature avranno un effetto sul comportamento delle gomme. A Shanghai la Bridgestone porterà i due tipi utilizzati in Australia e Malesia ma con condizioni diverse e su un asfalto dalle caratteristiche differenti. La F10 sarà dotata di alcuni aggiornamenti aerodinamici: uno degli obiettivi della squadra è quello di portare nuovi componenti ad ogni fra con l’obiettivo di sviluppare il pacchetto gara per gara.
Lo Shanghai International Circuit sarà stato oscurato in termini di glamour e spettacolarità dai nuovi circuiti di Singapore e Abu Dhabi ma l’impianto che ospita sin dall’inizio il Gran Premio della Cina resta sicuramente il più grande nel panorama dell’automobilismo sportivo mondiale. La Scuderia vinse grazie a Rubens Barrichello l’edizione inaugurale del 2004 e ha conquistato il successo anche nel 2006 con Michael Schumacher e l’anno successivo con Kimi Raikkonen. Dei piloti attuali, Fernando Alonso ha conquistato la vittoria nel 2005 con la Renault mentre Felipe Massa è stato due volte sul podio: terzo nel 2007, secondo nel 2008.
La Cina resta un mercato molto importante per la Ferrari, tanto è vero che sarà qui che, nella settimana successiva al Gran Premio, sarà presentata in occasione del Salone dell’Automobile di Pechino l’ultima nata della Casa di Maranello, la 599 GTO.