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Partorire in acqua all’Ospedale di Mirandola

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Il parto in acqua è ormai considerato un buon metodo non farmacologico per il controllo del dolore durante il travaglio: attorno alla donna si crea un ambiente accogliente, intimo e rilassante che restituisce questo straordinario momento della vita a un contesto naturale. Da alcuni anni il parto in acqua può essere scelto anche dalle donne che si rivolgono all’Ospedale di Mirandola, struttura che, grazie a una donazione della locale Fondazione Cassa di Risparmio, è dotata di tutte le attrezzature per garantire questa modalità di parto.

L’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del Santa Maria Bianca, diretta dalla dott.ssa Maria Cristina Galassi, in collaborazione con il Servizio Infermieristico, organizza il 12 aprile a Mirandola, presso l’Auditorium del Castello dei Pico (Piazza Marconi 23), il corso “Partorire ed essere partoriti in acqua”. All’evento – rivolto a medici, ostetriche e infermieri – parteciperà il dottor Albin Thöni, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Vipiteno (BZ), uno dei pionieri del parto dolce.

A Mirandola l’anno scorso, presso l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, sono nati 644 bambini. Da alcuni anni si è registrato un aumento delle richieste da parte delle donne di essere assistite in acqua durante il travaglio-parto. Tale modalità assistenziale è da considerarsi un buon metodo naturale per il controllo del dolore del parto, secondo evidenze scientifiche ormai consolidate e riprese da direttive regionali prodotte in materia di percorso nascita. Le ricerche effettuate, infatti, dimostrano che il parto in acqua reca grandi benefici alla salute di mamma e bambino, e offre vari vantaggi: rilassamento ottimale e grande libertà di movimento della donna, minore ricorso ad analgesici, meno episiotomie (incisione chirurgica fatta per facilitare il parto) e, soprattutto, esperienza pienamente gratificante per la donna.

“Il parto in acqua rappresenta una modalità di nascita sicura per il neonato che da un lato, grazie ad un riflesso protettivo, non aspira acqua e dall’altro non è esposto a un maggior rischio di infezioni rispetto ai nati in modo tradizionale – afferma la dottoressa Maria Cristina Galassi – La finalità del corso è puntualizzare le indicazioni, i limiti, le possibili controindicazioni e i benefici del parto in acqua fornendo gli strumenti operativi più utili all’assistenza. Tutto al fine di valorizzare sempre più un’attività, quella ostetrica appunto, che ha come fulcro la donna e il bambino in quell’esperienza grande e unica che è la nascita”.