Ancora pochi giorni per farsi ‘perdonare’ dal Fisco: scade infatti venerdì prossimo, 16 aprile, il termine per aderire alle varie sanatorie fiscali messe in campo dal Governo con le passate finanziarie e i cui termini sono stati più volte prorogati.
Restano quindi altri quattro giorni per fare pace con
l’amministrazione finanziaria anche se l’operazione non puòconsiderarsi del tutto conclusa, in termini di incassi, perchè si prevede la possibilità di rateizzare quanto dovuto dal Fisco (la possibilità è prevista al di sopra dei 3.000 euro per le persone fisiche e dei 6.000 per le persone giuridiche).
Attualmente non circolano ipotesi di riapertura dei termini tranne che per il concordato biennale preventivo (il termine per l’adesione è scaduto il 16 marzo) per il quale più volte e in più riprese è stato chiesto uno slittamento. Questo anche perchè, secondo i primi dati circolati, la misura non avrebbe raggiunto l’obiettivo di gettito previsto ‘fermandosi’ tra i 500 e i 900 milioni a fronte di un incasso stimato in oltre 2
miliardi.
Complessivamente comunque lo Stato, fino a novembre 2003 – confermava a febbraio scorso il sottosegretario all’Economia, Daniele Molgora, ha già incassato dalle sanatorie (incluso però il rientro dei capitali e il canone Tv) 9,3 miliardi di euro, 5,6 dei quali dovuti al solo condono tombale. Tra gli
incassi venivano contabilizzati anche 455 milioni per l’integrativa semplice, 693 milioni dal concordato per gli anni pregressi e 689 milioni dalla chiusura delle liti fiscali pendenti. Ma si tratta appunto di dati fermi a novembre 2003.
Sull’ipotesi di una riapertura, per il concordato ma anche le altre misure, si registra una posizione contraria degli esperti del settore (Commercialisti e Ragionieri) che chiedono al Governo di ‘chiudere’ definitivamente la partita sanatorie, di rinunciare alle misure una tantum e tornare ad una situazione di normalità fiscale. ”Queste misure non sono andate benissimo – afferma Paolo Moretti (Ragionieri) – eccetto un pò per il tombale o il concordato di massa. Ma, ad esempio, il concordato preventivo è andato male. Non abbiamo ancora previsioni sul gettito ma i risultati non dovrebbero essere splendidi. Ora
chiediamo di fermare le misure una tantum perchè non risolvono i problemi delle casse dello Stato”.
E anche Mario Damiani (Commercialisti) chiede di tornare ad una situazione di
”normalità” fiscale puntualizzando comunque che per quanto riguarda il tombale, e relativamente all’anno di imposta 2002, l’adesione finale dovrebbe essere ”ampia”. In ogni caso
”bisogna prendere atto che il concordato preventivo non ha avuto gli esiti sperati ed eventualmente estendere il tombale al
2003 con la prossima finanziaria”. Ma ”non chiediamo proroghe – conclude – la stagione dei condoni è durata anche troppo e
bisogna tornare rapidamente alla normalità”.