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“Idee preziose: il Chierici crea”, al Museo dei Cappuccini di Reggio

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Gioielli, design di opere preziose e di arredo, sculture, progetti e interventi di restauro “storico” per la città: dal 1° al 22 aprile il Museo dei Cappuccini di Reggio Emilia ospita la mostra “Idee preziose: il Chierici crea”, retrospettiva degli ultimi 50 anni di operatività della sezione Oreficeria e Metalli dell’Istituto Statale d’Arte Gaetano Chierici. Un evento che segna una svolta nella gestione del patrimonio culturale e artistico della città, frutto della collaborazione tra il Museo e l’Istituto d’arte, presentato questa mattina dalla Prof.ssa Maria Grazia Diana, dirigente scolastico dell’Istituto Chierici, Fra Stefano Cavazzoni, direttore del Museo dei Cappuccini, l’Architetto Nadia Calzolari, coordinatrice delle attività del polo culturale dei Cappuccini, professori della sezione Oreficeria e Metalli dell’Istituto, esponenti della CNA di Reggio Emilia e rappresentanti dell’associazione Onlus ‘Amici del Chierici’, che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento.

In mostra (ingresso libero, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17, chiusa il lunedì) saranno esposte un centinaio di opere progettate e realizzate all’interno del Chierici che, per la loro preziosità, l’alta qualità tecnica accompagneranno il visitatore in un percorso inedito quanto affascinante e inaspettato. La scuola ha deciso di mettere in luce e far riscoprire alla città, come patrimonio pubblico, quanto ha creato in questo settore per dieci lustri.

La qualità dell’insegnamento e la formazione dei docenti chiamati ad operare in questo campo è sempre stata, come tutt’ora, di rilievo, tanto da far sì che l’Istituto fosse punto di riferimento regionale per tale sezione. La conoscenze delle tecniche, ma soprattutto la ricerca progettuale, l’abbinamento di nuovi materiali e forme insieme alla cura nella presentazione delle opere, anche a livello informatico, sono le linee guida del design del gioiello e del settore in genere e costituiscono valore aggiunto all’offerta formativa della scuola. Questo ha permesso anche la valorizzazione di alcuni storici oggetti o monumenti presenti in città e in provincia, come ad esempio il Monumento alla Resistenza in piazza Martiri del 7 luglio, il grande lampione liberty in via Crispi, la scultura a casa Cervi.

La mostra è divisa in cinque percorsi espositivi:

1. Storia della sezione attraverso il profilo dei docenti e una campionatura di pezzi storici,

2. Le progettazioni ed i concorsi,

3. Le tecniche,

4. I restauri,

5. Gli oggetti di arredo e la scultura in metallo.

Si potranno ammirare come segno d’epoca e costume: collier, anelli, medaglie, parure con esempi di incastonature, bracciali e tutto l’iter che porta dall’ideazione alla realizzazione.

Oltre a questo si potranno apprezzare oggetti non solo dedicati al design della persona, ma anche oggetti di arredamento o di scultura in metallo, secondo tecniche raffinate quali la smaltatura o lo sbalzo di grandi dimensioni.

Fra Stefano Maria Cavazzoni, sottolinea come: “Anche grazie ad eventi importanti come questa mostra, il Museo stia diventando sempre più un punto di riferimento artistico e culturale per la città”; Nadia Calzolari spiega che “il Museo è un luogo vivo, che favorisce il contatto con la gente, non solo con le esposizioni, ma anche grazie a laboratori didattici per le scuole, conferenze (‘I Martedì del Museo’) e altri eventi”.

“La mostra ‘Idee preziose: il Chierici crea’ è una riflessione su quanto è stato realizzato finora con grande qualità, che è anche patrimonio della città e base su cui rinnovare la creatività e le nuove forme del design delle ‘gioie’ – dice Maria Grazia Diana – Abbiamo voluto riproporre un percorso che desse il senso della qualità del gioiello come simbolo e segno di luce, quindi di gioia, al di là della preziosità dei materiali. Per questo ringraziamo Padre Stefano Maria Cavazzoni e l’architetto Nadia Calzolari: la mostra è la prima tappa di una lunga e proficua collaborazione che rivitalizzerà un angolo della città che rappresenta il cuore della reggianità”.