Cinquecentomila ettari di bosco andati in fumo negli ultimi dieci anni in Italia: il dato è del Corpo forestale dello Stato. Un calcolo tanto più amaro quanto più si considera che questo gravissimo problema si ripete ogni anno, quasi a scadenza prestabilite, con conseguenze dannosissime sia dal punto di vista ecologico che economico. I danni più evidenti, sono quelli relativi alla scomparsa degli alberi, ma ci sono danni indiretti all’intero sistema ecologico e naturalistico.
Giacomo Saragosa, primo dirigente responsabile della XII divisione dell’Aib-antincendio boschivo, divide, le cause degli incendi in due tipologie. “Quelle remote – spiega – riguardano gli spostamenti della popolazione che, dalle montagne, è andata a vivere in città durante gli anni ’50-’60. In conseguenza di ciò, le zone montane sono rimaste deserte e, soprattutto, sono state trascurate nella manutenzione. Tutto questo ha portato, inevitabilmente, all’accumulo di materiale legnoso che nessuno raccoglie e che, seccandosi, aumenta la possibilità di innesco del fuoco”.
“Le cause recenti – continua Saragosa – sono i turisti che sfiorano ormai i 50 milioni, ma camminano nei boschi senza alcun senso di appartenenza del territorio. E poi le variazioni climatiche, poichè la tropicalizzazione ha portato periodi di pioggia più intensi, ma più concentrati nell’arco di tempo e seguiti da lunghi periodi di siccità. Ciò ha comportato frane e smottamenti più frequenti”. Quanto al dolo, “nel 2000 la proliferazione dei parchi naturali – spiega il dirigente – istituiti con la legge quadro, ha scatenato molte reazioni contrarie. Alcuni, infatti, si sono sentiti violati nel loro diritto di proprietà, e non hanno compreso, invece, che un parco naturale è una fonte di reddito”.
Nella classifica stilata dal Corpo Forestale per il 2003, spetta alla Campania il record negativo del numero di incendi boschivi, con ben 1.489 falò. Seguono Calabria (1.456), Toscana (1.035), Sardegna (959), Liguria (851), Lazio (677), Sicilia (618), Piemonte (413), Puglia (388), Lombardia (385), Friuli V.G. (272), Basilicata (268), Emilia Romagna (179), Umbria (145), Trentino Alto Adige (111), Molise (111), Marche (101), Veneto (97), Abruzzo (91), Valle d’Aosta (33).