Circuito nuovo, solita
Ferrari? Michael Schumacher ha dominato a Melbourne e a Sepang,
ma ora si riparte da zero. La pista nel deserto di Sakhir è una
grande incognita. Il tedesco l’ha provata ieri girando con lo
scooter. A prima vista si è già innamorato di un impianto che
più bello non si può. Dire che la pista sarà tecnicamente
all’ altezza è però ancora impossibile.
“Non vedo l’ora di
girarci con la macchina da gara – dice il tedesco – mi sembra
una bella pista, ma non si può dire molto. C’é almeno un
punto, in fondo al rettilineo dei box, in cui si può
sorpassare”. Per girarci con la sua F2004 dovrà aspettare le
libere di oggi (prima sessione dalle 11 alle 12 locali,
seconda sessione dalle 14 alle 15). “Avrò bisogno dai due ai
cinque giri per conoscerla” prevede.
Chi ha già provato qui con una monoposto di formula uno è
stato Marc Gené, il test driver che ha fatto 25 giri nel giorno
della inaugurazione ufficiale con la Williams FW25 del 2003.
Sarà un vantaggio per gli avversari più vicini? “Sicuramente
non è uno svantaggio” si limita a commentare con un sorriso
obliquo Michael. Che poi aggiunge: “Con le simulazioni al
computer che abbiamo fatto a casa abbiamo già un’idea di quale
sarà il set-up”.
Ross Brawn, direttore tecnico della Ferrari, però avverte
che tra le simulazioni e la realtà c’é sempre qualche
differenza. Quello che eventualmente preoccupa Brawn sono le
condizioni estreme: il caldo (“l’asfalto è molto nero,
raggiungerà temperature altissime”) e la sabbia. C’é chi dice
che tutto attorno al circuito sia stata sparsa una specie di
lacca per tenere a terra la sabbia. E lo stesso Schumi fa
notare: “Le vie di fuga sono tutte in asfalto, chi esce non la
riporta in pista. Ed è stato costruito per tenerlo il più
riparato possibile”. Ma Brawn ricorda i tempi del circuito
olandese sulle dune di Zandvoort: “La sabbia sarà un fattore
molto importante. Chi è nell’automobilismo da abbastanza tempo
ricorda Zandvoort ed i problemi che creava. Credo che molta
gente userà filtri molto più fitti. E poi il problema vero non
é tanto quella che andrà sull’asfalto, quanto quella finissima
che è in sospensione nell’aria. E’ un problema per tutti”.
Il caldo sarà il terreno di scontro tra Michelin e
Bridgestone. “E’ possibile che uno dei due fornitori fornirà
sull’altro, perché nessuno ha dati sulla superficie d’asfalto e
sul suo comportamento alla distanza – spiega Brawn – per cui è
possibile che uno abbia azzeccato e l’altro no”.
Tecnicamente, per Barrichello sarà “corsa di freni e
trazione, di strategia e di sorpassi”. E Brawn è d’accordo:
“Questo era un circuito nato per avere dei curvoni veloci, poi
é stato modificato ed è diventato un tracciato in cui bisogna
essere fortissimi nella trazione e nelle frenate. Non credo che
questo sia particolarmente favorevole per il nostro pacchetto”.
Barrichello fa gli scongiuri: “Spero che si sia sbagliato”.
Anche perché a lui, che il circuito se lo è visto a piedi,
sembra piacere: “Ho visto un lavoro eccezionale. Il tipo di
asfalto è molto abrasivo, sembra che dia molto grip. La
differenza la faranno non l’unica curva veloce, una sequenza
tipo Becketts di Silverstone, ma le tante curve lente dove
arrivi, freni e riparti”.
Decisiva sarà la scelta delle gomme, proprio quella che ha
ammesso di aver sbagliato in Malesia (“mi aspettavo temperature
molto più alte, ma in altre occasioni come a Silverstone l’anno
scorso ho fatto bene a scegliere diversamente da Michael”). Ma
quella sarà una scommessa per tutti.