Si fanno sentire gli effetti dei tagli del governo alle spese per l’istruzione e della circolare inviata dal ministro Gelmini a fine anno. Ecco la dichiarazione dell’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Istruzione della Camera.
“Alla fine i nodi vengono al pettine. La rivolta dei genitori contro i tagli negli asili di Carpi è solo l’ultimo episodio delle proteste che ormai dilagano in tutto il Paese. Sono questi gli effetti del combinato disposto dai tagli del Governo alle spese per l’istruzione previsti in Finanziaria e dalla circolare inviata a fine anno dal Ministero dell’Istruzione alle scuole italiane per la redazione del bilancio annuale. Effetti devastanti e, purtroppo, largamente previsti, come abbiamo denunciato nella nostra ultima interrogazione al ministro Gelmini, consapevoli che le cose sarebbero andate come i fatti ci stanno confermando.
La riduzione delle risorse a livello nazionale per far fronte a spese obbligatorie, come le supplenze, e per dare qualità all’apprendimento è di oltre 220 milioni euro (di cui 97 milioni per il funzionamento e oltre 120 milioni per il Personale scolastico). Le risorse per il regolare svolgimento delle attività scolastiche sono quindi a livelli inadeguati e inaccettabili. In più è molto preoccupante che le disposizioni contenute nella circolare di fine anno, alcune sicuramente illegittime, non accennino minimamente alla restituzione delle ingenti somme (19 milioni di euro nella sola provincia di Modena) che le scuole hanno anticipato per far fronte a spese la cui competenze sono riconducibili esclusivamente al Ministero: pensiamo ai costi sostenuti per lo svolgimento degli esami di stato ma anche a quelli per attribuire le supplenze o pagare le ditte delle pulizie.
Al contrario la circolare nemmeno troppo velatamente fa intendere che queste risorse non saranno più restituite: comprendiamo allora perché non ci è mai stata data una risposta nel merito alle due interrogazioni precedenti proprio sui crediti vantati dalle scuole. E’ un vero e proprio colpo di spugna che sta scaricando sulle famiglie le conseguenze dei tagli, visto che per far quadrare i conti, le scuole saranno costrette a chiedere un maggior contributo all’atto d’iscrizione, ad esempio per pagare le supplenze. Si tratta di un attacco frontale al diritto allo studio”.