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Sassuolo: il nuovo capo della Municipale punta sulla sicurezza


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Tra qualche giorno prenderà servizio a tempo pieno il nuovo comandate della Polizia Municipale di Sassuolo, Stefano Faso, presentato poche settimane fa, ma finora a mezzo servizio in attesa di chiudere il suo rapporto con il Comune di Modena. Lo abbiamo incontrato per capire quali saranno le azioni che caratterizzeranno il nuovo incarico. Il comandante Stefano Faso ha quarantanove anni, una laurea in giurisprudenza ed una in Scienza della sicurezza, un passato da Carabiniere e da vice comandante della Polizia municipale di Modena.

E’ a Sassuolo da qualche giorno, ha avuto modo di farsi un’idea sulla situazione della città?

Sto verificando le informazioni che già avevo, ho trovato fondamentalmente delle conferme. Quando sento parlare di Sassuolo come di una cittadina rischio e tanti problemi mi viene da sorridere perché di problemi ce ne sono senz’altro, e sono probabilmente acuiti dalla crisi, ma non mi sembra di essere ne nel Bronx ne nel Far west.

Forse in questi casi si dovrebbe distinguere tra la sicurezza e la percezione che la gente ha della sicurezza.

Come al solito la percezione della sicurezza è qualcosa che le somiglia solo un po’. Episodi o situazioni che possono essere normalmente inquadrati nella fisiologia della vita della città, in certi momenti assumono delle connotazioni che incidono molto sulla percezione della sicurezza, facendo sembrare una città più sicura o meno sicura, indipendentemente dal fatto che lo sia o meno.

Quali sono le priorità che la giunta le ha indicato?

La priorità è una, che poi si declina in molte sottopriorità, ed è la sicurezza. Parliamo di sicurezza degli alloggi, della circolazione, ed anche la sicurezza di passeggiare in centro senza sentirsi insicuri, appunto.

I cittadini sono portati a pensare alla polizia Municipale come a dispensatori di multe, in realtà il vostro ruolo è molto più ampio.

Questa è la solita contraddizione, in effetti anche il quadro normativo non è chiaro in questo senso e quindi presta il fianco a questa interpretazione di parte. I vigili fanno anche le multe, e aggiungo meno male che fanno anche questo perché altrimenti non le farebbe nessuno. E siccome sicurezza significa anche non trovare l’anarchia nel traffico ecco che anche l’aspetto sanzionatorio ha un’importanza e una funzione fondamentale in termini di sicurezza.

Il sindaco Luca Caselli ha sottolineato di non avere alcuna intenzione di aumentare le multe. Ci sono però delle azioni che avete in animo di fare per aumentare la sicurezza sulle strade?

Ci sono tante cose che si possono fare per la sicurezza stradale che prescindono dall’aspetto sanzionatorio. Laddove si andasse, e ci si arriverà prima o poi, verso l’installazione di rilevatori di velocità o semafori che elevano infrazioni saranno interventi preceduti ed accompagnati da campagne di informazione e saranno molto, molto visibili. Ci interessa che l’automobilista si fermi se il semaforo è rosso, che mantenga una velocità adeguata alla strada.

C’è l’ipotesi di modificare la classificazione di un paio di strade per potervi installare dei misuratori di velocità, lo conferma?

La classificazione delle strade è fatta dal comune però in considerazione della caratteristiche della strada. Una strada di quartiere non può trasformarsi in una superstrada, vedremo.

La scissione dell’unione dei comuni del distretto ceramico ha avuto conseguenze anche sul corpo di Polizia municipale. Si è parlato di una nuova convenzione, a che punto siamo?

C’è stato un incontro con i comandanti di Fiorano Formigine e Maranello in cui è emersa una loro necessità di mettere in condivisione alcuni servizi che, da soli, farebbero fatica a fornire in termini qualitativi ottimali. Stiamo lavorando su questa esigenza. Sassuolo per organico, struttura e dotazione tecnica potrebbe stare da sola, ma stare soli non è mai ottimale. Sassuolo è autosufficiente, nel senso che ha uomini, strumenti e mezzi in grado di poter assicurare, almeno su Sassuolo, il presidio, il controllo e  il contributo di sicurezza.

Si parla spesso della necessità di un maggiore coordinamento tra le forze dell’ordine, lo ritiene possibile a Sassuolo?

Io parto da una situazione molto buona, c’è già un grosso coordinamento tra Polizia municipale, commissariato e Carabinieri. Noi disponiamo di una saletta per l’identificazione e l’acquisizione delle impronte digitali con il vecchio metodo dell’inchiostro che crea molti problemi logistici. Tra non molto acquisiremo un “visa scanner” per l’acquisizione delle impronte senza uso d’inchiostro, consente di riversare le impronte su un supporto informatico e questo consentirà di guadagnare tempo sia a noi che al commissariato. Un ulteriore passo, del quale ho già parlato con il Questore è la possibilità di avere le risposte direttamente da questo sistema. Al momento noi le risposte sull’identità le otteniamo dal commissariato, riteniamo sarebbe utile averle in tempo reale accedendo direttamente alla banca dati.

Come si trova a lavorare a stretto contatto con l’assessore alla sicurezza Francesco Menani?

Premesso che con l’assessore Menani c’è sintonia piena, così come con la giunta, c’è anche estrema chiarezza di rispettivi ruoli, funzioni e responsabilità. Il sindaco e per lui l’assessore delegato danno delle direttive, mentre le disposizioni di servizio e gli ordini li da il comandate e la struttura. L’assessore fa scelte politiche poi le scelte tecniche le fa il comandante. Questo è estremamente chiaro e lineare, non c’è assolutamente il minimo dubbio.

La giunta ha intenzione di dotarvi di un nuovo cane antidroga e di aumentare l’organico per presidiare il territorio di notte. Come giudica questi investimenti?

Il cane è in predicato di essere acquisito, sul discorso del quarto turno servono riflessioni serie perché, pur essendo auspicabile che si faccia comporta tuttavia un depauperamento delle forze sull’arco diurno. Quindi vanno trovate le alchimie e gli equilibri non sempre facili, l’intenzione c’è tutta, va fatto con cautela e senza poi sguarnire altri momenti importanti della giornata.