“La Regione Emilia-Romagna sta approntando un Piano da oltre 100 milioni di euro a sostegno della montagna. Lo faremo proseguendo sulla strada intrapresa in questi anni ma rilanciando un modello di sviluppo armonico e sostenibile che deve accompagnarsi all’efficienza e ad una forte strategia unitaria che unisca tutti i soggetti pubblici e privati interessati”. È questo quanto ha sottolineato l’assessore regionale alla Programmazione e sviluppo territoriale Gian Carlo Muzzarelli intervenendo a Zocca (Modena) durante i lavori della XII Conferenza della montagna.
Durante il convegno è stato fatto il punto sulle politiche avviate in questi anni per rafforzare i territori dell’Appennino (oltre il 41% del territorio regionale, con 125 Comuni montani in cui gli oltre 421 mila abitanti rappresentano il 10% della popolazione regionale) e sul Programma regionale per la montagna approvato nelle scorse settimane.
Nel quinquennio 2005-2010, la Regione ha investito per la montagna emiliano-romagnola una media di 80 milioni di euro all’anno: per il 2010 obiettivo è di confermare l’impegno e rafforzarlo, tenuto conto che nel 2009 l’impegno regionale ammonta già a 114 milioni di euro.
“Il Programma – ha aggiunto Muzzarelli – rappresenta la cornice all’interno della quale si collocano gli Accordi che prevedono la realizzazione di progetti nei singoli territori. E’ uno strumento fondamentale per dare seguito all’impegno della Regione Emilia-Romagna a favore dei territori montani. Puntiamo a consolidare una scelta di fondo: quella della montagna come luogo strategico dello svilupporegionale. La Regione continuerà con responsabilità ad agirenell’interesse del territorio, dei cittadini e delle imprese della montagna. Non siamo però più disposti ad accettare in maniera permanente un ruolo di supplenza del Governo”.
Nel corso della Conferenza è stato approvato un ordine del giorno, che sarà consegnato nei prossimi giorni al Governo, in cui si ricorda che laRegione “negli ultimi anni ha fatto fronte al progressivo abbandono, da parte dello Stato, delle Comunità montane e dei relativi territori con un consistente impegno di risorse aggiuntive e integrative rispetto a quelle statali”.
Infatti, le risorse statali sono passate da poco più di 6,5 milioni di euro nel 2005 a poco più di 2 milioni e 277 mila euro nel 2009 mentre parallelamente le risorse regionali nello stesso arco di tempo sono passate da circa 3 milioni e 106 mila euro a oltre 8 milioni e 475 mila euro. Il documento chiede al Governo di “finanziare adeguatamente il Fondo nazionale per la montagna” e di disporre la sospensione per l’anno 2010 dei tagli previsti dalla Finanziaria “in considerazione delle gravissime difficoltà finanziarie che le Comunità montane incontrerebbero nell’immediato e dei conseguenti riflessi sul pagamento degli stipendi, e di rendere note, in caso contrario, le misure che intende adottare per far fronte all’inevitabile corto circuito del sistema territoriale locale, evidenziato dall’impossibilità strutturale di chiudere i bilanci delle Comunità montane”.
Nuovi obiettivi del Programma per la montagna
Una maggiore capacità di innovare (per favorire processi di cambiamento in senso innovativo del sistema produttivo e del sistema sociale locale) e una rinnovata competitività del sistema produttivo locale legato allecomponenti agricole e ambientali, sono le basi su cui poggia il
Programma.
Il nuovo Programma regionale per la montagna individua come priorità il raggiungimento a lungo termine di una maggiore sicurezza del territorio per favorire l’insediamento e il permanere delle comunità locali ma anche di una più piacevole accoglienza, per assicurare standard di qualità della vita e del benessere degli abitanti della montagna e realizzare così modelli di “montagne ospitali”. Per questo si punterà a favorire una maggiore attrattività nei confronti di potenziali nuovi residenti e rinforzare il sistema sociale ed economico locale – da realizzare inparticolare in quelle aree montane a più alto tasso di spopolamento, ma anche nei confronti di imprese e turisti. Inoltre il turismo della neve e della natura costituiscono un fattore propulsivo dello sviluppo di una rete organizzata di strutture, servizi e attività in grado di alimentare un processo di miglioramento della qualità di accoglienza turistica.A questo vanno unite le occasioni di recupero e valorizzazione del patrimonio storico culturale e la promozione della molteplicità e varietà delle iniziative realizzate nei diversi territori montani.