Durante il Consiglio comunale di Carpi di ieri, giovedì 28 gennaio, sono state discusse un’interpellanza (di Alleanza per Carpi) e un’interrogazione (dei consiglieri Pd Francesca Cocozza e Gianni Bassoli) sullo stesso tema, ovvero la situazione dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Ramazzini.
I due documenti sottolineavano che, a fronte della partenza dal nosocomio cittadino di stimati professionisti operanti in questa struttura sanitaria, in particolare il dottor Lorenzo Aguzzoli, “l’Azienda Usl provinciale non abbia fatto nulla per impedirne il trasferimento in altri ospedali. Per essa la salute delle donne – si chiedevano in particolare Cocozza e Bassoli – di questo territorio è ancora una priorità?”. “Il Sindaco era a conoscenza di questi problemi? Ora sta facendo i passi necessari per difendere le pazienti? Hanno idea il Sindaco e il Direttore generale dell’Ausl – si leggeva invece nell’interpellanza firmata dalla capogruppo di ApC Giliola Pivetti – di come trattenere le persone che creano e mantengono alta la qualità dei servizi sanitari loro affidati?”.
L’assessore comunale alle Politiche sociali Miria Ronchetti ha proposto al civico consesso alcune sue osservazioni: ricordando come in un ospedale come il Ramazzini che occupa 170 medici il turn over del personale rientra nella fisiologia, sottolineando il valore professionale del dottor Aguzzoli, universalmente stimato ad apprezzato ma anche come la sua scelta di passare al nosocomio di Reggio Emilia avrà positive ripercussioni sulla sua vita familiare, vista la vicinanza di questo alla sua residenza. “Ciò detto, occorre poi considerare – ha concluso Ronchetti – che la gestione del Reparto di Ostetricia e Ginecologia è collegiale, che la richiesta di specialisti formatisi al Ramazzini rappresenta un riconoscimento della vitalità e dello spessore formativo del nostro ospedale, che è parziale e dannoso rappresentare l’uscita di un pur ottimo professionista come impoverimento della struttura, che l’Azienda Usl e il Comune da sempre si adoperano ciascuno per le proprie competenze per garantire alla struttura di Carpi e alle donne assistite gli eccellenti livelli assistenziali da tempo assicurati. Infine le campagne di stampa forniscono certamente visibilità a chi le promuove ma altrettanto certamente non contribuiscono alla crescita e al miglioramento dei servizi”.
Il dibattito ha visto intervenire in primis il consigliere Giorgio Verrini (ApC, medico proprio dell’ospedale cittadino) che ha sottolineato l’importanza della professionalità per medici e paramedici e allo stesso tempo dell’individuo medico e paramedico. “Non tutti sono facilmente sostituibili e non mi riferisco solo al dottor Aguzzali. Piuttosto chi decide tutto questo? Come consiglieri comunali siamo esclusi dalla piramide decisionale…”. Francesca Cocozza (Pd) ha dal canto suo citato il caso Aguzzali come punta dell’iceberg di quanto accade nella sanità carpigiana. “Si tratta di medici su cui i carpigiani avevano investito, e che avevano puntato sull’oncologia femminile. Che altro verrà portato via dal Ramazzini, ospedale che se non ci fosse stato il commendator Molinari avrebbe certamente fatto un’altra fine e dove non ci sono sale operatorie sufficienti? In questi anni abbiamo sentito tante promesse dall’Azienda Usl, speriamo nel prossimo dibattito sul Pal e le politiche per il distretto sanitario…”. Giliola Pivetti (capogruppo ApC) ha anch’ella ricordato come questi medici che lasciano il Ramazzini siano stati formati con risorse economiche carpigiane e di cui si gioveranno altri nosocomi. “Adesso bisognerà investire sul prossimo medico… Le parole dell’assessore sono poi troppo simili a quelle dell’AUsl, non sappiamo mai la politica cosa dice, e anche il prossimo Consiglio tematico sulla sanità di cui ci accennava il Presidente del Consiglio Taurasi mi sembra veda la presenza di molti tecnici. Non sono soddisfatta delle risposte alle mie domande”.
Dopo una precisazione del Presidente Taurasi in merito alla comunicazione data prima di aprire il dibattito su questo tema e relativa agli invitati al prossimo Consiglio tematico sulla Sanità, previsto il 18 febbraio, è intervenuto il capogruppo del PdL Roberto Andreoli: per ribadire come questi episodi (l’uscita dal Ramazzini di medici diretti ad altri ospedali, ndr.) siano parte “di una sequela che mostra un disagio, qualcosa che non va. Il Pal attuale, di cui non mi sento comunque partecipe, è uno strumento indispensabile perché l’azione della politica può sistemare queste situazioni. Nel prossimo Pal decennale sia la politica, chi ha il compito di rappresentare la città, a fare questo nel migliore dei modi, in nome delle esigenze dei cittadini”. Daniela Depietri (Pd) ha chiuso il dibattito leggendo una lettera di alcune malate di tumore. “Dobbiamo tenere in considerazione che le scelte sanitarie hanno incidenza sulle persone” ha detto, spiegando altresì come sia auspicabile un patto per l’ospedale e per la città, sostenendo il Sindaco affinchè nel prossimo Pal non si retroceda rispetto alla situazione attuale. Argio Alboresi (capogruppo Lega nord) infine ha ricordato brevemente come il Ramazzini sia di tutti e come di questo tema la città se ne debba fare carico.