Il tradizionale appuntamento di Natale con la stampa italiana e straniera a Maranello sono stati l’occasione per il Presidente della Ferrari Luca di Montezemolo per fare il punto su tanti temi legati al mondo della Formula 1.
Al termine di un’annata vissuta intensamente anche fuori dalla pista, non poteva mancare infatti una valutazione del Presidente Montezemolo sulla situazione della Formula 1 e sulle prospettive per il futuro. “Si chiude un anno travagliato dal punto di vista politico e noi ora vogliamo fermamente guardare avanti” – ha detto il Presidente incontrando i giornalisti per la tradizionale cena natalizia – “La passata gestione della Federazione Internazionale ha fatto tantissimo, soprattutto su temi cruciali come quello della sicurezza, ma nell’ultimo periodo ci sono stati troppi problemi che ci hanno spinto fino a prendere seriamente in considerazione la possibilità di lasciare la Formula 1 come Ferrari – in tal senso si era espresso il nostro Consiglio d’Amministrazione – e, insieme alle altre squadre della FOTA, di dar vita ad una serie diversa. Non voglio rinnovare polemiche ripensando al passato. E’ importante che sia stato possibile trovare un punto d’incontro che ha permesso di rinnovare fino al 2012 il Patto della Concordia sulla base del ripristino delle regole che hanno governato la Formula 1 per tanto tempo. Ora alla guida della FIA c’è una persona brava e competente come Jean Todt che, ne sono certo, saprà cosa fare per mantenere aperto un dialogo costruttivo fra la stessa Federazione, il detentore dei diritti commerciali e le squadre, riunite nella FOTA. Proprio questa associazione, di cui sono stato a capo fino a pochi giorni fa, è stata fondamentale in questa fase così delicata perché ha creato in Formula 1 un’entità formata dalle squadre, come accade nel calcio e negli altri sport professionistici. Siamo in una fase di transizione e dobbiamo lavorare con grande attenzione per disegnare lo sport del futuro. La Formula 1 deve tornare ad essere sinonimo di tecnologia estrema, di prestazione, di competizione, senza egualitarismi forzati che la possano rendere una sorta di Formula 3: certo, ci vuole attenzione ai costi ma non possiamo passare da un estremo all’altro come qualcuno voleva fare quest’anno. Basta l’esempio dei test: in tre anni siamo passati da poter provare sempre e dovunque ad essere impediti di girare durante il campionato, con il risultato di dover far debuttare in pista un giovane come lo spagnolo Alguersuari che non aveva fatto nemmeno un vero giorno di prove in Formula 1. In questo momento possiamo accettare questa situazione ma non può essere così nel futuro: questo sport deve anticipare le tendenze dell’automobilismo e non correrci dietro. Per questo mi dispiace che diverse case abbiano lasciato, il che dovrebbe far riflettere più di qualcuno. Per costruire questa nuova Formula 1 bisogna lavorare insieme, coinvolgendo tutte le parti in causa, anche i media. Ci sono tanti temi sul tappeto: la durata delle gare, gli orari, l’accesso ai piloti, lo spettacolo in pista, il ruolo di Internet, solo per citarne alcuni. Abbiamo il tempo per fare le cose per bene, cambiando dove serve davvero e non tanto per fare”.