Sarà la First Gallery di via Margutta 14 a Roma a ospitare da venerdì 18 dicembre la mostra di Angelo Davoli “Cantiere Morini work in progress”, legata allo spettacolo “Certe Notti”, nato in estate come nuova produzione della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, grazie alla collaborazione tra l’importante artista reggiano, il coreografo Mauro Bigonzetti e il rocker Luciano Ligabue.
Grande allestimento interdisciplinare, “Certe Notti” ha visto come in una magica alchimia l’incontro tra questi tre maestri dei rispettivi campi artistici in un’operazione che ha trovato il proprio iniziale teatro nella Cava Morini in località Montecchio Emilia, nella Val d’Enza, sotto l’egida della Biennale del Paesaggio di Reggio Emilia. I silos della cava, grazie all’intervento pittorico di Davoli, sono diventati il contesto scenico della coreografia creata da Bigonzetti sulle musiche e sui testi di Ligabue, impostando in progress e nell’occasione di un vero happening quello che sarebbe poi diventato l’apparato scenografico della produzione, in tournée proprio in queste settimane con la propria compagnia Aterballetto, a Roma al Teatro Argentina dal 17 al 20 dicembre.
La coraggiosa operazione è la prima di una serie di lavori che saranno affidati ad Angelo Davoli e che, grazie all’incursione dell’arte in contesti ambientali critici là dove l’intervento e l’opera dell’uomo hanno segnato il profilo ambientale e paesaggistico, riqualificheranno il territorio della provincia reggiana proponendone nuove valenze identitarie, sotto l’impulso della Biennale del Paesaggio.
Noto autore di opere che hanno trasformato in personaggi sonoramente silenti silos e strutture industriali trasferiti sulla tela con forza ed efficacia iperfigurativa, Davoli ha la capacità di fissare come in un fotogramma pittorico l’attimo della loro vibrazione interiore, quantica e li trasforma in pulsanti icone simbolo di una ritrovata armonia del rapporto tra uomo e natura, tra manufatto e ambiente, tra materia e spazio.
Ma stavolta è accaduto qualcosa di nuovo: alla Cava Morini due silos dell’omonima azienda che ha sostenuto il progetto con rara sensibilità sono stati modificati da Davoli attraverso la colorazione di numerosi pannelli del loro involucro, con il motivo di nuvole bianche stagliate su un azzurrissimo cielo e scelti geometricamente a ricreare l’ideogramma giapponese “Ai”, dal significato di Armonia e unione.
L’autore, che fino a oggi aveva portato i silos sulle sue tele, interviene ora direttamente su veri silos individuati in contesti industriali, trasferendo così la sua azione evocativa direttamente sui loro imponenti corpi cavi e ferrosi. È un atto semantico di de-scrizione di quel originale e unico momento spirituale in cui avviene l’espandersi della materia nell’afflato che tutto avvolge e raccoglie in uno stato di armonia universale tra gli opposti. Il fine espressivo ci viene esplicitamente suggerito dall’ideogramma, segno da percepire in forma di intensa contemplazione e al riparo da ogni possibile rischio didascalico, per la suprema sacralità e forza rituale che tale gesto artistico riesce a sviluppare e mettere letteralmente in scena.
Una meta-scrittura che, uscita dalla bidimensionalità della tela, si distende attorno ai volumi quasi titanici dei silos della cava, trovando così una terza prospettiva spaziale e accedendo anche alla visuale quarta e dinamica del tempo che li modificherà. Essi divengono infatti elementi organici dell’ambiente in cui sono rinati con questa loro nuova identità di sentinelle del territorio. Davoli li ricrea personaggi di una drammaturgia di forte tragicità – che è spirito di accettazione – per la loro caducità materiale; oggetti-soggetti che del luogo in cui sono collocati assumono cicli e destini e con esso dialogano anche attraverso una propria implicita foné del tutto percepibile al loro cospetto.
La mostra alla First Gallery di Roma dà conto di questa nuova fase artistica di Angelo Davoli, che con il coraggio di chi ha saputo fino a ora misurarsi con l’iconicità possibile della figura, espressa in una sua fissità così ieratica e suggestiva sulla tela, compie oggi uno scarto radicale facendo uscire il proprio gesto pittorico dal chiuso dell’atelier e trovando nuove forme di idealizzazione stilistica in una dimensione di land art e compenetrazione totale con la realtà. Il silos ideale della tela diventa il silos materico della cava industriale, che da semplice “manufatto” diviene “artefatto”, portando a ulteriori conseguenze le scelte stilisticamente forti e coerenti dell’autore. In esse colpisce anche la sorprendente perizia tecnica nella realizzazione delle opere, che però viene completamente finalizzata al risultato artistico, mai invadendo quindi il campo in forma di ostentato tecnicismo, grazie a una completa naturalezza del segno, come le mani di un pianista sulla tastiera che anche quando compiono impervi e torrenziali virtuosismi sembrano sfiorarla con garbatissima e lenta lievità.
I materiali della mostra consisteranno in opere pittoriche – una delle quali di imponenti dimensioni esposta alla Quadriennale di Roma – foto e video con un’installazione specifica che vedrà la proiezione di immagini su uno “schermo” di ghiaia portata in loco dalla Cava Morini. Daranno conto di questo progetto dal quale si è sviluppato “Certe notti” con Bigonzetti e Ligabue, (nuovo titolo entrato nel repertorio di Aterballetto) e nel quale l’apparato scenografico di Angelo Davoli, costituito in parte da video girati durante l’happening di Montecchio Emilia, determina lo spazio scenico grazie a una video-installazione di Davoli che porta in scena i “personaggi” silos e che, utilizzando 6 monitor sovrastanti uno schermo quadrato, riproduce lo schema dell’ideogramma “Ai”. L’inaugurazione dell’esposizione, che rimarrà aperta fino al 10 gennaio 2010, è fissata per le ore 18.00 di venerdì 18 dicembre; sarà presente l’autore.