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Modena: Falcone (Cisl) sui rischi deindustrializzazione

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FRANCESCO FALCONE_2«Solo l’innovazione di prodotto e processo può salvare il nostro territorio dai rischi di deindustrializzazione. Occorre, però, che i centri di ricerca bussino alle porte di tutte le piccole e medie imprese per accelerare l’ammodernamento e trasferimento tecnologico». Lo afferma il segretario provinciale della Cisl, Francesco Falcone, che interviene sulle sempre più numerose riorganizzazioni e ristrutturazioni aziendali e sui conseguenti tagli occupazionali. «Dobbiamo fare di tutto affinché le nostre imprese escano dalla crisi più forti e competitive di prima – dice Falcone – Di fronte alle difficoltà e all’incertezza, ampliate anche dal faticoso ricambio generazionale, corriamo il pericolo che gli imprenditori abbandonino la nave senza cercare di salvarla. È un rischio, questo, che riguarda soprattutto il settore manifatturiero, la piccola e media subfornitura, le aziende che non hanno la forza per fare ricerca e andare sui mercato esteri». Per il segretario della Cisl la crisi economico-finanziaria ha accelerato un processo di riorganizzazione che avrebbe comunque investito, prima o poi, anche l’economia modenese, senza tuttavia minare la sua vocazione industriale e manifatturiera di qualità. «È inutile che inseguiamo mire turistiche, culturali o artistiche; il festival della filosofia ha successo, ma dura solo tre giorni – sottolinea Falcone – Dobbiamo continuare a fare in modo innovativo ciò che sappiamo fare bene: produzioni di qualità, ma sviluppando quel qualcosa in più che prima era di nicchia e che adesso invece è fondamentale per conquistare i mercati (per esempio, l’eco-compatibilità dei prodotti). In questa trasformazione è decisivo il contributo dei centri di ricerca per l’innovazione e il trasferimento tecnologico. Devono uscire dai loro laboratori e fare un’azione capillare di “porta a porta” per aiutare tutte le imprese, soprattutto le medie e piccole, a trovare soluzioni nuove». Per questo il segretario Cisl chiede alle istituzioni locali, provinciali e regionali, oltre che al governo, di sostenere questo grande sforzo di ammodernamento che consenta al nostro territorio di essere ancora una potenza industriale capace di esportare le sue produzioni in tutto il mondo. «È fondamentale far partire le opere pubbliche cantierabili e completare le infrastrutture, con l’apporto delle banche alle quali chiediamo di concedere maggiore fiducia alla voglia d’impresa che ancora caratterizza il nostro territorio, sostenendo i settori innovativi, come l’energetico e la tutela ambientale. Allo stesso tempo – conclude Falcone – bisogna adeguare il welfare per renderlo più universale, attento alla centralità della persona e accessibile a chi attualmente è escluso dai servizi».