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Casa Protetta Concordia: rischiano il posto 15 lavoratori

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anzianiIl 1° ottobre gli ospiti della Casa Protetta “ I Tigli” di Concordia sono stati trasferiti a Villa Richeldi. La storica Casa Protetta comunale diConcordia così chiude, mentre viene rilanciata la più moderna struttura privata Villa Richeldi (ex ospedale). D’altronde per ristrutturare la vecchia struttura servono ingenti investimenti e allora si punta su un’altra struttura comunque di grande importanza per il territorio.

Verrebbe da chiedersi perché allora il Sindaco Marchini ha posto la completa internalizzazione della Casa Protetta (ora in buona parte gestita in appalto tramite la Coop CSA) come uno dei punti importanti del proprio programma elettorale. E perché non più di due mesi fa ha preso un impegno in tal senso con i sindacati confederali. Si potrebbe obiettare che con questa operazione si aumentano anche i posti disponibili, il che è un’ottima cosa, visto che nel distretto di Mirandola la lista di attesa per accedere a strutture protette supera le 200 unità.

Dov’è il problema, quindi? Il problema è che si dovevano coinvolgere i sindacati, poiché ben 15 persone stanno perdendo il posto di lavoro. Infatti, da un’operazione la cui regia è esclusivamente pubblica (Comune di Concordia che decide, Azienda Servizi alla Persona Area Nord che esegue), da un’operazione che aumenta l’offerta sul territorio, molti lavoratori perdono il posto. È come dire che un’azienda che aumenta la produzione licenzia un quarto del proprio personale. Mentre i comuni sono impegnati con le poche risorse a propria disposizione, mentre Regione e Parti Sociali stipulano un importante accordo il cui scopo è evitare licenziamenti, il Comune di Concordia riesce ad essere il protagonista di un’operazione che lascia senza stipendio 15 donne, tra addette all’assistenza ed addette ai servizi di pulizia.

Com’è stato possibile tutto questo? È quello che stanno cercando di capire i sindacati, che d’altronde, completamente all’oscuro di questa decisione, finora hanno avuto solo un incontro con ASP – che aveva rassicurato sul proprio impegno affinché nessuno perdesse il lavoro – e con Coop Gulliver (che gestisce Villa Richeldi e che ha finora riassorbito gran parte – ma non tutto – del personale prima operante nella Casa Protetta di Concordia).

L’impressione è che siamo di fronte a due macroscopici errori: il Comune di Concordia ed altri Comuni dell’Area Nord stanno pensando che ASP sia solamente un modo per risparmiare soldi sul sociale e non per ottimizzare e migliorare i servizi, alla faccia degli assistiti e delle famiglie in difficoltà; ASP, dal canto suo, questo risparmio lo realizza assumendo decisioni che non hanno certo come riferimento il pieno rispetto dei lavoratori.

Grazie al nostro intervento ed alle nostre richieste dei giorni scorsi qualche estemporanea soluzione si è trovata, ma a tutt’ora (tra ASP e Gulliver, con la quale è previsto un altro incontro nei prossimi giorni) si spera di ricollocare 4/5 lavoratori, circa un terzo degli esuberi. Non ci rimane che denunciare la intollerabile situazione che si è creata, e chiedere con forza al Comune di Concordia, all’ASP ed a tutti gli altri  Comuni del distretto (con alla testa Finale Emilia che ancora non ha deciso se entrare con tutti i servizi in ASP e, come sindacati, vorremmo proprio che evitasse di assumere decisioni di esternalizzazioni che vanno a solo a scapito dei lavoratori) di rimediare in fretta alla situazione creatasi, coinvolgendo rapidamente le imprese (sia assistenziali che di pulizie e servizi) impegnate nella gestione delle varie strutture.

E’ necessario che nei prossimi giorni qualcuno si renda conto della situazione e che le istituzioni coinvolte si facciano carico delle proprie responsabilità agendo al più presto per trovare le opportune soluzioni. Non è ammissibile che con l’aumento dell’offerta alla cittadinanza i lavoratori perdano il proprio posto di lavoro, a maggior ragione se questa situazione è creata da un’istituzione pubblica nel bel mezzo di una grave situazione socio-economica.

 

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