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Avis ricorda dirigente storico Remo Tassi

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avismodena1«Remo ha rappresentato la storia e l’anima dell’associazione. Assieme all’indimenticato ed indimenticabile prof. Smerieri ha gettato i semi che avrebbero poi fatto germogliare l’associazione in zona assai fertile quale quella della bassa modenese. Assieme a loro nacque una generazione formidabile di dirigenti associativi grazie ai quali l’Avis si è sviluppata e rafforzata». Così il presidente dell’Avis provinciale di Modena, Maurizio Ferrari, ricorda la figura di Remo Tassi, primo presidente dell’Avis di Medolla e dirigente storico dell’Avis provinciale di Modena, scomparso nei giorni scorsi.

Tassi è stato un punto di riferimento per tutta l’associazione, per i dirigenti e per gli stessi volontari e donatori di sangue che lui stesso definiva “ospiti di riguardo”.

«Convinto che il rafforzamento organizzativo dell’associazione rappresentasse un elemento fondamentale per la crescita del numero dei donatori in tutta la provincia – ricorda il presidente Ferrari – condivise con entusiasmo la nascita e la strutturazione dell’Avis provinciale come elemento unificante dell’Avis a Modena, momento di confronto tra le varie sedi associative, luogo ideale dove definire e condividere le linee strategiche che dovevano caratterizzare l’operare associativo. Entrò a fare parte del consiglio provinciale nel 1969 e vi rimase sino al 1984».

Nella “sua” Medolla, Tassi «curò la nascita di un gruppo di volontari, medici e paramedici fortemente motivati che, per passi successivi, resero la sede del tutto autonoma per l’attività di raccolta. Si trattò di un fatto fondamentale che fece scuola anche nel resto della provincia. Remo non costituì solo l’Avis ma “divenne” l’Avis, identificando fortemente la sua figura con l’associazione e ricoprendo la carica di presidente per oltre 40 anni divenendo successivamente presidente onorario della sezione».

«Era impossibile parlare dell’Avis di Medolla senza fare riferimento a Remo – aggiunge il presidente dell’Avis –. Riuscì ad intessere rapporti franchi e collaborativi con le varie amministrazioni comunali che si succedettero nel tempo, conseguendo sempre la massima considerazione per l’associazione e ottenendo i locali all’interno dei quali fare funzionare la sede associativa, elemento fondamentale per l’ulteriore crescita del numero dei donatori e delle donazioni».

«Per Tassi gli interessi dell’associazione venivano prima di tutto – spiega Ferrari – e pretendeva con forza che l’Avis fosse sempre tenuta nella massima considerazione. Tante volte, parlando, ci aveva confessato che l’associazione era, per lui, una seconda famiglia alla quale aveva dedicato il tempo che un buon padre sentiva di dovere dedicare ai propri cari. Assolutamente immediato nella proposizione del suo pensiero, essenziale nel giungere a trovare la soluzione dei problemi, attento al parere degli altri, Remo poteva sembrare, in prima battuta, un po’ burbero. Ma quando lo avevi conosciuto, ci avevi parlato e discusso, ti rendevi conto di quanto fosse convinto della sua missione associativa e di quanto sapeva essere capace di penetrare nei problemi e trovare la soluzione ottimale. E se entravi in sintonia con lui, non ne uscivi più».