È destinato alla messa a norma della scuola media Cavani di Serramazzoni, all’ampliamento della scuola media Pacinotti di San Cesario e alla ristrutturazione della palestra dell’Istituto Deledda di Modena il fondo di 243.300 euro che va a completare l’annualità 2009 del Piano triennale di edilizia scolastica 2007/2009 della Provincia di Modena. Il completamento del programma è stato approvato dal Consiglio provinciale di Modena con il voto favorevole di Pd, Idv e Udc. Astenuti i gruppi di Pdl e Lega nord.
Il fondo, erogato dalla Regione, è suddiviso tra i Comuni, ai quali spetta il 60 per cento del totale pari a 145.980 euro, e la Provincia che ne riceve il 40 per cento, pari in questo caso a 97.320 euro, ed è assegnato in base alla graduatoria degli interventi prevista dal Piano triennale. Al Comune di Serramazzoni è stato attribuito un contributo di 73 mila euro, pari al 50 per cento del costo dell’intervento; San Cesario ha ricevuto 72.980 euro, pari al 30 per cento dell’investimento complessivo. Il finanziamento per l’adeguamento della palestra del Deledda, pari a 97.320 euro, copre il 50 per cento del costo dell’intervento.
Presentando l’integrazione al Piano, Elena Malaguti, assessore provinciale all’Istruzione, ha sottolineato che «nell’arco di tempo previsto sono stati esauriti tutti gli interventi programmati nel Piano per l’adeguamento normativo degli edifici scolastici sia per i Comuni che per la Provincia» e che la quota assegnata alla Provincia «va a risolvere un’emergenza come quella della palestra del Deledda».
Patrizia Cuzzani (Idv) ha apprezzato la distribuzione dei fondi che «pur esigui, riescono a soddisfare le tre realtà» mentre secondo Mauro Sighinolfi (Pdl) in futuro «servirà una programmazione migliore per evitare, al contrario di quanto accaduto al Deledda, disagi agli alunni e aggravi di costi». Anche per Dante Mazzi (Pdl) è carente «una programmazione basata sugli studi demografici» mentre Giorgio Siena (Pd) ha posto l’attenzione sul rapporto tra edilizia scolastica e offerta formativa «che sarà centrale soprattutto nei prossimi mesi con la riforma. Non possiamo pensare di aggiungere indirizzi ma dobbiamo muoverci su un piano di scelta perché le strutture non possono espandersi a fisarmonica».