“Un bilancio in linea con le aspettative che, complice la crisi, non erano particolarmente rosee. La stagione turistica in Appennino ha fatto registrare infatti un calo anche nel modenese, rispecchiando sostanzialmente quello che è il dato regionale relativo alle vacanze in montagna. Nel trimestre estivo la flessione maggiore si è avuta nei mesi di giugno e luglio, mentre ha tenuto agosto grazie soprattutto all’incremento di presenze nei fine settimana”.“Tra le voci positive da segnalare l’aumento dei modenesi nelle località montane nostrane. Merita poi una riflessione anche per le scelte che si andranno a fare per il futuro, il fatto che sono stati premiati gli operatori alberghieri che hanno saputo innovare ed investire in qualità e le località con un‘ampia e diversificata offerta turistica”. E’ la fotografia che emerge dall’indagine condotta da Confesercenti Modena nei giorni scorsi, tra gli operatori alberghieri dell’Appennino modenese.
“Prevedibile – sottolinea Confesercenti – il calo dei turisti che è stato strettamente legato allo contrazione generale dei consumi. Rispetto all’andamento delle presenze, gli operatori interpellati denunciano una flessione delle presenze nel 45% per cento dei casi, il 22% parla di stabilità. Non manca in ogni caso un 33% che evidenzia di avere registrato un lieve incremento, mediamente intorno al 10%. L’aumento nella maggior parte dei casi si è registrato in strutture che di recente hanno effettuato investimenti per migliorare l’offerta, investendo sull’area benessere e più in generale sul miglioramento del comfort.
Nessun aumento si registra in riferimento ai prezzi relativi al soggiorno: rispetto allo scorso anno sono rimasti invariati nell’88,8% dei casi e diminuiti in quelli rimanenti con sconti anche del 10%. Stabile se non in calo invece la durata del periodo di vacanza nell’88,8% degli operatori, mentre quelli che segnalano aumenti sono solo l’11%: il soggiorno della durata di una settimana continua ad essere preferito dal turista che sceglie l’Appennino. In netto calo le permanenze che vanno oltre la settimana o superiori ai 15 giorni, mentre aumenta il turismo mordi e fuggi che si concentra nei fine settimana.
L’afflusso turistico è per la maggior parte riconducibile all’Emilia – Romagna: con il 24,5% di provenienza modenese (in aumento rispetto gli anni passati), e il 30,47% da altre province limitrofe e non. Da fuori regione, a fare la parte del leone è la Toscana con il 42,6%, mentre bassa rimane ancora l’affluenza dall’estero: solo il 2,36%. Quanto alle prenotazione il mezzo più utilizzato rimane il telefono: se ne è servito il 66,66%, mentre si arresta al solo 33,3% (contro il 35,9% regionale) l’utilizzo di mezzi tecnologicamente più avanzati come internet.
Quello che in sintesi emerge però è la necessità di un rilancio delle politiche a favore del turismo in Appennino. Il territorio necessita di interventi infrastrutturali di rilievo, a partire dal miglioramento delle vie di accesso e in particolare con la Toscana; interventi di sostegno economico agli operatori del settore, azioni pubblicitarie più incisive e volte alla promozione turistica e maggiori iniziative a carattere sportivo o culturale orientate soprattutto verso un turismo di tipo giovanile. Un’offerta differenziata e convincente, capace di abbinare sport, cultura e gastronomia, potrebbe consentire al territorio l’ulteriore e auspicato rilancio in termini di qualità anche e soprattutto per quello che riguarda la stagione estiva”.