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Resoconto Consiglio comunale del 10 settembre scorso

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politica2Il Consiglio comunale di Carpi di giovedì 10 settembre nella sua prima seduta dopo la sospensione estiva ha dato spazio come di consueto alle risposte dell’amministrazione alle interrogazioni presentate dai rappresentanti dei cittadini.Roberto Benatti (Pdl) ha in particolare chiesto all’amministrazione di relazionare sul tema della liberalizzazione delle licenze degli esercizi pubblici. Cinque le domande di Benatti, che qui riassumiamo: se a oggi, stante i regolamenti, la giurisprudenza e quant’altro, sia possibile a Carpi richiedere liberamente una licenza per un esercizio pubblico o se il numero delle licenze sia contingentato; qual è l’evoluzione del panorama normativo e regolamentare nota e prevista nel breve e nel medio termine; se l’amministrazione abbia intenzione, a oggi, di liberalizzare o pianificare e contingentare le licenze; se l’amministrazione abbia intenzione di farlo nel futuro, al di là degli aspetti di obbligatorietà derivanti da interventi legislativi; infine se l’amministrazione si sia già attivata per convocare le Associazioni di categoria per discutere assieme questo tema, in via preventiva, rispettando quanto annunciato dal nuovo assessore al Commercio che ha finalmente parlato di “scelte condivise”, prendendo le distanze dalle “scelte comunicate a giochi fatti” dalla precedente amministrazione, più volte denunciate dalle associazioni. Ha risposto all’esponente del Pdl l’assessore al Commercio Simone Morelli, che ha ricordato come ai Comuni spetti di stabili i criteri di programmazione per il rilascio delle autorizzazioni degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. “Dal 2005 una ordinanza del Sindaco prescrive cautela in questa materia, anche sulla base della stagnazione dell’economia, oggi aggravatasi: non è dunque previsto il rilascio di nuove autorizzazioni permanenti o stagionali. Le limitazioni all’apertura di nuovi esercizi commerciali – ha detto – ad avviso del Consiglio di Stato sono astrattamente possibili purchè non si fondino su quote di mercato predefinite o calcolate sul volume delle vendite: la Regione sta provvedendo alla revisione della disciplina conformemente all’interpretazione giurisprudenziale. Le uniche norme limitative che il Comune può applicare in mancanza di una legge sono quelle urbanistico-edilizie od igienico-sanitarie. Il problema però a Carpi non esiste visto che presso gli uffici comunali giacciono 4 licenze restituite da parte di esercizi pubblici e nessuna richiesta di apertura. Il tema sarà oggetto del prossimo Tavolo per il commercio, ma occorrerà capire cosa stabilirà la Regione in merito”. “Mi sembra che l’assessore sia intervenuto con lo spirito giusto e che le liberalizzazioni non servano, a differenza di quanto deciso nel 2003. Forse approfittando della crisi – ha concluso Benatti – se ne potrebbero togliere altre di regole nel campo dei pubblici esercizi, senza che questo significhi necessariamente demolire il mercato”.

Lo stesso Roberto Benatti ha poi presentato una seconda interrogazione, questa volta relativa ai rapporti esistenti tra la ditta esecutrice dei lavori all’asilo di Campogalliano e il Comune. A seguire il testo. “Si chiede se la ditta esecutrice dei lavori di costruzione dell’asilo di Campogalliano – lavori più volte bloccati tanto da giungere allo scioglimento del contratto – abbia avuto in precedenza rapporti con il Comune di Carpi o con società e enti controllati o collegati con il Comune. In particolare, si chiede se quella ditta abbia già lavorato in passato per il Comune di Carpi o per società o enti collegati. Oppure se lo abbiano fatto alcuni dei soci di quella ditta, anche se con diverse ragioni sociali. In caso positivo, si chiede quali lavori siano stati fatti, e se per questi lavori siano stati riscontrati dei problemi simili a quelli di Campogalliano, o diversi”. A questi quesiti ha risposto l’assessore ai Lavori Pubblici Carmelo Alberto D’Addese, che ha confermato come non vi sia stato in passato o attualmente alcun rapporto di natura contrattuale con il Comune e che verificare se invece i singoli soci della ditta in questione abbiano in corso o abbiano avuti questi rapporti provocherebbe gravosità e dispendiosità per gli uffici comunali, con possibili ricadute anche nell’ambito della normale attività d’ufficio dei servizi coinvolti. “Negli ultimi cinque anni – ha concluso – non c’è stato nessun contenzioso legale con ditte esecutrici di lavori per conto dell’ente locale”. Roberto Benatti ha controreplicato che esiste un servizio denominato Webtelemaco a cui il Comune potrebbe iscriversi e che potrebbe compiere queste ricerche.