«L’assessore alla cultura ha già rilasciato tre interviste annunciando la stagione teatrale del Carani. Comprendiamo l’entusiasmo del neoeletto ma non è proprio una novità che al teatro Carani ci sia la stagione teatrale. Rimangono invece senza risposta ,da ben tre settimane, le nostre due domande:
a) Quanto costerà ai cittadini la stagione teatrale-musicale?
b) Quanto è il costo annuale del nuovo contratto di affitto?
Sono dati che facilmente desumeremo dal bilancio previsionale 2010, ma il principio della trasparenza nella gestione del denaro pubblico imporrebbe di dichiarare, al momento della presentazione dell’iniziativa, la spesa prevista, soprattutto quando la somma condizionerà fortemente il bilancio dell’assessorato. Quindi prima di affermare che non ha fondi a disposizione, l’assessore risponda alle nostre domande. Non vorremmo che il ritornello sul deficit del Comune servisse a coprire la mancanza di idee.
Infatti è sorprendente leggere, nell’intervista rilasciata il 29 agosto dall’assessore, che si vuole privilegiare un tipo di cultura “partecipata e popolare, ovvero una cultura che nasce dal territorio e su iniziativa dei cittadini che collaborano con idee, sviluppano progetti e li realizzano”. Sembra quasi che il neoassessore non conosca la realtà delle tante associazioni culturali che da tempo hanno promosso iniziative legate al territorio, ai quartieri, ai circoli. Scopre solo ora l’assessore la vitalità della cultura sassolese? Un terreno ricco che ha dato e promette ancora tanti frutti, e che va sostenuto adeguatamente.
Per quanto riguarda la rinuncia alle “grandi opere costose e per pochi intenditori”, siamo in linea di principio d’accordo, ma bisogna intendersi: le stagioni musicali estive, ad esempio, hanno visto una numerosa partecipazione di pubblico, come anche il giornale del Comune ha rilevato. Lo sviluppo delle attività culturali, in particolare tutte quelle che ruotano attorno all’area del Palazzo Ducale, devono essere di alta qualità e in quanto tali diventano popolari. Il successo della sezione sassolese del Festival Filosofia ne è una dimostrazione lampante! Ricordiamo che non è il numero di eventi che determina il risultato ma la loro qualità: purtroppo il flop del “Velasquez a Sassuolo” ne è testimonianza: esporre opere d’arte di valore fuori da un contesto adeguato non muove curiosità e interesse. Le attività culturali si dovrebbero configurare attorno ad un progetto e sviluppare con coerenza all’interno dei contenitori culturali di Sassuolo. Purtroppo pare che il progetto cultura sia completamente assente e l’assessorato appare privo di iniziativa e di capacità innovativa».
(Gruppo consiliare Partito Democratico)