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Bretella Campogalliano-Sassuolo, Circolo “Chico Mendes”: ne vale davvero la pena?

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strada pedemontanaE’ recente la notizia che il CIPE avrebbe deliberato il completo finanziamento della bretella autostradale Campogalliano Sassuolo. I decenni passano, il mondo e il nostro comprensorio è cambiato e cambierà profondamente, ma la bretella evidentemente non viene messa in discussione.Poco importa il fatto che questa nuova autostrada non è necessaria, in quanto si tratterebbe di un inutile doppione della esistente Modena Sassuolo, ad essa parallela a distanza di pochi km, che già collega la rete autostradale al comprensorio.

Nessuna parola sull’enorme impatto ambientale di questo progetto, che interesserà zone protette di grande valore naturalistico e attraverserà il campo acquedottistico di Marzaglia, che rifornisce la città di Modena.

Il nuovo scalo merci di Marzaglia può essere collegato alla rete stradale anche senza la bretella, individuando soluzioni diverse aventi costi economici ed ambientali enormemente inferiori.

Come se ciò non bastasse, il progetto definitivo non rispetta neppure importanti prescrizioni imposte a suo tempo dal CIPE e dagli enti locali per ridurre l’enorme impatto ambientale dell’opera.

Realizzare la bretella significherebbe spendere 650 milioni di Euro per costruire una inutile autostrada, che impatterà pesantemente sul territorio, con l’unico beneficio di far risparmiare pochissimi minuti ai camion, che spesso percorrono viaggi di centinaia di km.

L’equivalente di una sosta alla toilette in una stazione di servizio!

Ne vale davvero la pena? E’ questo che renderebbe più competitivo il comprensorio ceramico?

Sarebbe meglio essere seri ed ammettere che la bretella è il nostro “ponte sullo stretto”, utile solo a poter affermare con orgoglio campanilistico “abbiamo l’autostrada” e a distribuire appalti per milioni di euro. Continuando nel frattempo a lasciare irrisolti i veri problemi, nascondendoli dietro a questo devastante nastro di asfalto.

Noi invece riteniamo prioritario investire queste risorse per rivedere la logistica interna al comprensorio, con l’obiettivo di ridurre e coordinare gli spostamenti di camion (che spesso girano semivuoti), dando centralità al trasporto ferroviario e riducendo le emissioni inquinanti che tanti danni provocano alla nostra salute e all’ambiente.

Non possiamo infine non chiederci quali vantaggi sull’occupazione, sull’ambiente e sulla competitività delle imprese potrebbero generarsi destinando parte di queste risorse ad interventi di risparmio energetico e alla produzione di energia con fonti rinnovabili (ad esempio, valutando la fattibilità di utilizzare e mettere in rete i tetti dei capannoni, creandovi una “centrale fotovoltaica”).

Siamo davvero sicuri che spendere milioni di Euro e devastare l’asta del Secchia per risparmiare alcuni minuti sia la soluzione migliore ?

 

LEGAMBIENTE  Circolo “Chico Mendes”(Formigine), Circolo di Modena