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Via al percorso verso una legge regionale per disciplinare gli affitti brevi a uso turistico

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Via al percorso verso una legge regionale per disciplinare gli affitti brevi a uso turisticoUna legge regionale per disciplinare gli affitti brevi a uso turistico, che metta al centro il diritto all’abitare, tenendo allo stesso tempo conto anche delle esigenze del settore turistico. E’ l’obiettivo della Regione Emilia-Romagna, che convocherà entro maggio un primo tavolo di confronto, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, con l’intento di analizzare le criticità, approfondire le differenti situazioni e trovare soluzioni condivise.

L’enorme aumento degli affitti brevi, infatti, è ritenuto uno dei fattori che hanno contribuito all’emergenza abitativa in diverse città della regione. Il problema si è aggravato negli ultimi anni: solo a Bologna, si stimano circa 6.700 alloggi dedicati agli affitti brevi, a fronte di una domanda abitativa di 16.912 alloggi (dati 2022). Da qui l’urgenza di una legge che regolamenti il settore, come previsto anche nel programma di mandato del presidente della Regione, Michele de Pascale.

Il percorso e lo spirito del provvedimento sono stati presentati questa mattina dagli assessori regionali al Turismo, Roberta Frisoni, e alle Politiche abitative, Giovanni Paglia.

“È più che mai urgente- spiegano Frisoni e Paglia- un intervento regionale, data l’insufficienza della normativa nazionale su un tema tanto cruciale. I Comuni stanno facendo la loro parte con gli strumenti che hanno, ma serve una cornice normativa meglio definita che, tenendo conto delle diversitá territoriali, consenta di agire con maggiore efficacia, tutelando il diritto all’abitare e preservando le qualità del nostro consolidato settore turistico ricettivo. L’introduzione- proseguono i due assessori- del Codice Identificativo di Riferimento (CIR) e, più recentemente, del Codice Identificativo Nazionale (CIN) ha rappresentato un primo passo utile a censire e tracciare gli alloggi turistici, ma non basta: in alcuni centri urbani il numero di appartamenti destinati ai turisti sta superando quello a disposizione di altre categorie, dai lavoratori agli studenti. Sul fronte della ricettività turistica se gli affitti brevi e le locazioni ad uso turistico possono essere una opportunità, soprattutto nelle aree interne, per ampliare l’offerta ricettiva altrimenti carente, nei territori già ad alta vocazione turistica una non corretta applicazione della loro disciplina rischia di creare squilibri nei confronti del sistema ricettivo esistente. Dunque- concludono Frisoni e Paglia-è necessario trovare un nuovo equilibrio che permetta di valorizzare l’accoglienza senza snaturare le città, in particolare i centri storici. Lavoriamo insieme ai soggetti interessati per offrire strumenti normativi che i comuni possano adattare alle proprie esigenze territoriali”.

A destare preoccupazione è anche l’impatto sui servizi pubblici: l’aumento dei canoni di locazione rende difficile per lavoratori come insegnanti, infermieri e operatori sociali e delle forze dell’ordine trovare un alloggio vicino al luogo di lavoro.

“È un problema sociale urgente, e la futura legge regionale dovrà essere uno strumento concreto per consentire alle amministrazioni locali di avere leve per disciplinare questi aspetti nel modo migliore per le loro comunità”, affermano ancora Frisoni e Paglia: “Agiremo poi su più fronti per affrontare il problema nel suo complesso, confermando anche il fondo per l’affitto, con una dotazione di 10 milioni di euro, e attraverso un Piano per la casa”.

Al tavolo di confronto per la stesura della legge per gli affitti brevi a uso turistico con la Regione Emilia-Romagna sono stati invitati diversi soggetti tra cui i rappresentanti di Anci, Comuni di Bologna e Rimini (in rappresentanza dell’ATA), associazioni regionali di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Federalberghi, Confartigianato, Assohotel e Legacoop, CNA, Confcooperative, Confindustria, Ance, Federcasa, Confabitare, Uppi, Asppi), Cgil, Cisl e Uil regionali, Sunia, Uniat, Sicet, le ACLI, le Università dell’Emilia-Romagna, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Politecnico di Milano, le piattaforme online che gestiscono gli affitti brevi Booking e Airbnb, la campagna ‘Alta tensione abitativa’ e la Cei.

 

Il contesto regionale

In questo scenario sono aumentate in Emilia-Romagna le domande del fondo per l’affitto. Il bando regionale 2022 ha visto un aumento del 35% rispetto al 2021, (65.447 domande rispetto alle 47.775 precedenti).

Per quanto riguarda gli appartamenti Erp, a livello regionale al 31 dicembre 2022, si contavano 26.245 domande in attesa di assegnazione nelle graduatorie ERP dei comuni che hanno partecipato all’indagine (su 262 comuni, aggiornata al 31 dicembre 2022), oltre il 50% concentrate nei comuni capoluogo, tra cui Bologna.