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FLC CGIL Emilia Romagna: sulla scuola pubblica si continua a tagliare

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FLC CGIL Emilia Romagna: sulla scuola pubblica si continua a tagliareNei giorni scorsi si è tenuto l’incontro tra le Organizzazioni sindacali e l’Ufficio scolastico regionale Emilia Romagna sull’organico dei docenti per l’anno scolastico 2025/2026.
I posti per l’Emilia Romagna sono 54.968 comprensivi dei posti di sostegno (che aumentano in organico di diritto di 140 unità a fronte di un sistematico incremento degli studenti con disabilità) e del potenziamento con una riduzione di 191 posti comuni in conseguenza a quanto previsto nella legge di Bilancio 2025 che taglia complessivamente 5660 posti.

La riduzione dei posti riguarderà proporzionalmente tutte le province, ad esclusione di Parma, così suddivisa: Bologna -51 posti, Ferrara -10, Forlì/Cesena -21, Modena -24, Parma +5, Piacenza -7, Ravenna -26, Reggio Emilia -36, Rimini -20

Un taglio importante che continua a mettere in discussione il diritto allo studio delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi di questa regione e la qualità del sistema d’istruzione e del tempo scuola.
Un taglio che porterà all’aumento degli alunni per classe, anche alunni con disabilità, oltre il limite della legge. Tagli che metteranno davvero in discussione la possibilità di governare l’avvio del prossimo anno scolastico, come già con preoccupazione, ci viene segnalato dalle scuole.
Siamo stati informati che la riduzione complessiva degli studenti si aggira attorno alle 6000 unità, una riduzione del 1,2% rispetto al numero complessivo.
Questa non può e non deve essere la cifra su cui si affermano i tagli ma, al contrario, l’occasione per attivare un altro tipo di scelta: quella di ridurre gli alunni per classe, aumentare il numero delle classi avendo una cura particolare per le aree interne e di montagna e l’attenzione verso la dispersione scolastica.
Una cosa è certa: sarà impossibile soddisfare le richieste di allungamento del tempo scuola delle famiglie oppure optare per interventi di sdoppiamento di classi.
Ma questo non è l’obiettivo di chi ci governa: la scuola dell’Emilia Romagna paga un prezzo molto alto e continua nel lento declino verso un impoverimento del servizio pubblico statale. E questo le famiglie dovrebbero saperlo!
Si continua a scegliere di ridurre il perimetro pubblico del sistema di istruzione pubblico statale anche con operazioni che riguardano il dimensionamento della rete scolastica che, solo grazie alla nostra opposizione e alla resistenza della Regione, è stato sventato per il prossimo anno scolastico.
Su questa strada occorre proseguire evitando il depauperamento delle nostre scuole nel territorio, difendendo il lavoro che negli anni è stato fatto con serietà.
In questo triste quadro è difficile pensare che la scuola è una priorità. Per questo serve attenzione e l’avvio rapido di un dialogo con la Regione per affrontare le vere criticità della scuola pubblica di questa regione per assumerle come priorità nei confronti del Ministro.