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De Pascale nella sede di Confagricoltura Emilia Romagna: “Rafforzare Agrea”

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De Pascale nella sede di Confagricoltura Emilia Romagna: “Rafforzare Agrea”
Marcello Bonvicini e Michele De Pascale

«L’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura rappresenta un presidio fondamentale per la gestione delle risorse destinate al comparto agricolo. Al 25 marzo 2025 l’Agenzia ha erogato 40.742.456 milioni di euro a favore di 1.246 beneficiari, per un totale di 1.390 pagamenti a fronte di 1.389 domande, a conferma di un modello amministrativo efficiente e capace di coniugare rapidità, trasparenza e affidabilità. Continueremo tramite Agrea, a garantire i pagamenti derivanti dal primo pilastro della PAC, la Politica agricola comunitaria, e di tutti gli altri fondi comunitari alle imprese agricole e agroalimentari, cercando di rispettare la puntualità nelle erogazioni, per garantire il sostegno al reddito delle imprese, condizione necessaria per la competitività sui mercati nazionali e internazionali. Il rafforzamento dell’autonomia e delle dotazioni dell’Agenzia, come proposto dalle rappresentanze del settore, è una prospettiva che condividiamo e che riteniamo strategica per dare continuità e solidità a un servizio pubblico moderno, vicino ai bisogni concreti del territorio».

Lo ha detto oggi, a Bologna, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, incalzato dai vertici regionali di Confagricoltura sul ruolo di Agrea, non solo come organismo pagatore degli aiuti finanziari ma sempre di più come struttura capace di garantire un’efficace gestione dei procedimenti, allontanando così le distorsioni del sistema Agea. Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, si è soffermato sulla «necessità di potenziare Agrea investendo sulla sua autonomia, con adeguate risorse materiali, fisiche e finanziarie, anche trasferendo compiti di supporto ai Centri di assistenza agricola (CAA) sotto forma di compartecipazione».

Al centro del confronto c’è stato il tema della gestione del territorio, con particolare riferimento alle alluvioni e ai timori legati ai possibili allagamenti e smottamenti nelle zone più fragili. Secondo Confagricoltura Emilia Romagna è prioritario apportare i correttivi necessari affinché l’azienda danneggiata riceva velocemente un congruo risarcimento e arrivare alla messa in sicurezza del territorio, realizzando interventi strutturali per la mitigazione del rischio idrogeologico, casse di espansione e servitù di allagamento che riflettano però accordi prestabiliti con gli agricoltori nonché indennità sicure. Serve inoltre un Piano ‘aggiornato’ di tutela delle acque in grado di superare le logiche emergenziali coniugando tutela ambientale ed esigenze produttive.

«La sicurezza del territorio e la tutela delle attività agricole rappresentano priorità strategiche per la Regione Emilia-Romagna – ha aggiunto il governatore de Pascale -. È necessario rafforzare la capacità di prevenzione e intervento attraverso un piano strutturale di mitigazione del rischio idrogeologico, condiviso con il mondo agricolo e supportato da un quadro normativo chiaro, risorse adeguate e tempi certi. In questa direzione intendiamo proseguire con determinazione, affinché la gestione del territorio non sia dettata dall’emergenza, ma da una visione di lungo periodo».

L’organizzazione agricola ha poi posto l’accento sull’esigenza, da un lato, di ridurre la burocrazia (obiettivo: un’amministrazione più snella, digitale e al servizio delle imprese), dall’altro di apportare modifiche al quadro normativo regionale, nello specifico: la legge sugli Agriturismi n. 4/2009, migliorando sia la capacità ricettiva sia l’offerta enogastronomica per riuscire a tenere il passo con le altre Regioni che hanno fatto dell’agriturismo un punto di forza e di attrazione turistica; la legge sulla Caccia n.15/1994, rivedendo quelle politiche che privilegiano la difesa ad oltranza di specie quali nutrie, cinghiali, cormorani o piccioni e individuando modalità e procedure per risarcire le aziende del danno reale arrecato dalla fauna selvatica; la legge sui Parchi n.11/1988, attenuando l’approccio bio-centrico e imprimendo un vero cambiamento culturale che passa attraverso una maggiore rappresentanza agricola nella governance degli enti parco.