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Piano invasi nel distretto del Po, le opere contrasteranno il cambiamento climatico

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Piano invasi nel distretto del Po, le opere contrasteranno il cambiamento climaticoA fronte di una stagione estiva che ha palesato le più tangibili conseguenze del mutamento repentino del clima, mostrando un prolungato periodo di siccità nel Sud del Paese (con gravi ripercussioni sia per l’approvvigionamento civile che sotto il profilo ambientale e economico-agricolo soprattutto in Sicilia) il Nord ha vissuto, dopo anni di sostanziale scarsità ripetuta culminata con i record negativi storici del 2022, un periodo primaverile di abbondanti piogge che hanno contribuito a rimpinguare le falde e i corsi d’acqua naturali che ne hanno tratto immediato beneficio pur scontando, in alcune aree prevalentemente montane, le conseguenze disastrose delle intensità delle stesse precipitazioni.

Tale contesto idrologico complessivo, rapportabile in queste forme all’ultimo decennio, ma già ampiamente presente su scala globale, che alterna fenomeni di diversa durata non più preventivabile, ha reso necessario negli ultimi anni un intervento umano straordinario in termini di pianificazione e programmazione delle opere utili a mitigarne gli impatti più negativi laddove il deficit idrico risulti difficilmente colmabile. In alcune zone che hanno manifestato queste carenze – oltre ad azioni virtuose concomitanti chiamate ad una gestione più parsimoniosa ed oculata della risorsa idrica e alla auspicabile e decisa riduzione delle perdite di rete ancora troppo alte – si ricorrerà ad una necessaria infrastrutturazione dopo le opportune verifiche geomorfologiche e sismiche delle singole zone oggetto degli interventi che, vista anche l’importanza dei potenziali impatti sulle comunità insediate e sull’ambiente circostante, richiedono iter procedurali di legge particolarmente rigorosi sia nella forma che nella sostanza. A seguito delle Convenzioni sottoscritte a Dicembre 2023 con Soggetti Attuatori, Regioni e ATO, le attività stanno procedendo nel rispetto dell’iter procedurale previsto dal Nuovo Codice dei Contratti e i Soggetti Attuatori hanno affidato il servizio di redazione del DOCFAP (Documento di fattibilità delle alternative progettuali):

INVASO VALLE DI LANZO: Soggetto attuatore: SMAT. Consegna del DOCFAP (Documento di fattibilità delle alternative progettuali) entro novembre 2024, successivamente affidamento del servizio di progettazione PFTE (Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica);

INVASO VAL D’ENZA: Soggetto attuatore: Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale in collaborazione con Consorzio della Bonifica Parmense. Consegna del DOCFAP prevista per il mese di Giugno 2025. Successivamente si passerà alla seconda fase progettuale ovvero il PFTE;

BARRIERA CONTRO LA RISALITA DEL CUNEO SALINO SUL PO DI PILA: Soggetto attuatore: Consorzio di Bonifica Delta del Po. Consegna del DOCFAP: novembre 2024, in seguito servizio di progettazione del PFTE.

“Nonostante i ritardi iniziali che si erano accumulati nella fase di trasferimento delle somme per la progettazione delle tre opere strategiche dal Ministero delle Infrastrutture all’Autorità di Distretto, le procedure procedono speditamente – sottolinea Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po –. Siamo convinti che in una fase di maggior frequenza dei fenomeni estremi (siccità e alluvioni) sia necessario intervenire con modalità diverse per territorio. L’obiettivo è di rendere più adattabile l’ambiente a queste variazioni climatiche. In alcuni casi opere “tradizionali” possono essere utili, in altri casi è necessario avere approcci completamente diversi. Gli studi preliminari per verificare la necessità di queste opere e l’eventuale progettazione esecutiva dovranno essere, così come indicato negli accordi siglati con i soggetti esecutori, condivisi con le popolazioni interessate o attraverso i Contratti di Fiume o altre forme di coinvolgimento.