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Formigine in festa per il centenario delle Minime dell’Addolorata

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Formigine in festa per il centenario delle Minime dell’Addolorata
Don Federico Pigoni con Sr Maria Milena, Sheela, Lucy

A Formigine non passano inosservate, perché sono vestite di bianco e sorridono sempre. Da cento anni. Era l’11 novembre 1923, infatti, quando fu firmata la convenzione tra l’Opera pia Castiglioni (oggi casa residenza per anziani) di Formigine e la congregazione delle suore Minime dell’Addolorata, fondata nel 1868 alle Budrie di S. Giovanni in Persiceto (Bologna) da santa Clelia Barbieri.

Il centesimo anniversario di presenza formiginese delle Minime dell’Addolorata viene festeggiato domenica 12 novembre con una messa in chiesa parrocchiale celebrata alle 9:20 dall’arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Erio Castellucci.

Alle 12 all’oratorio don Bosco il sindaco Maria Costi, il vicario generale della diocesi don Giuliano Gazzetti e il parroco don Federico Pigoni inaugurano una mostra fotografica che documenta i cento anni di attività a Formigine di queste religiose.

Segue il pranzo comunitario (per prenotazioni te. 347 6627212 – 059 558245).

A Formigine le Minime si sono sempre dedicate all’assistenza sociosanitaria, sia all’Opera pia Castiglioni che all’ospedale, chiuso 25 anni fa. La comunità, che in passato è arrivata ad avere fino a una dozzina di suore, oggi è composta da tre religiose: suor Sheela e suor Lucy (provenienti dall’India) e l’italiana suor Maria Milena, in procinto di partire per il Brasile, dove si fermerà qualche mese per sostituire una consorella malata.

Abitano in un appartamento adiacente alla chiesa parrocchiale (trasformata in casa religiosa) e si occupano di assistenza e catechismo.

«Siamo felici di far parte di questa bella comunità, che ci ha accolto cento anni fa e ci fa sentire come in famiglia», afferma suor Sheela.

«La nostra parrocchia – aggiunge il parroco don Federico Pigoni – è grata alle Minime dell’Addolorata per il prezioso servizio che svolgono a favore degli anziani, malati, bambini e ragazzi. Lo fanno in silenzio e con umiltà, sull’esempio della loro fondatrice santa Clelia Barbieri».