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Lettera aperta del Sindaco di Fiorano a insegnanti e genitori circa la proposta di modifica dell’orario scolastico alle scuole medie

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Lettera aperta del Sindaco di Fiorano a insegnanti e genitori circa la proposta di modifica dell’orario scolastico alle scuole medieA seguire il testo integrale della lettera aperta che il Sindaco di Fiorano, preoccupato per le conseguenze che potrebbe avere se venisse accettata, ha inviato a insegnanti e genitori in merito alla proposta di modifica dell’orario scolastico alle scuole medie.

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Lettera aperta a insegnanti e genitori sulla proposta di modifica dell’orario scolastico alle scuole medie 

Stimati docenti e gentili genitori,

la decisone che verrà assunta dai due comprensivi di Fiorano sulla proposta della cosiddetta settimana corta per la scuola secondaria di primo grado, cioè portare a sei ore di lezione la giornata scolastica dal lunedì al venerdì con riposo il sabato, ha delle conseguenze sul piano didattico, a mio giudizio, molto impattanti sulla qualità della scuola e sulla preparazione dei ragazzi.

Confesso di essere molto preoccupato per la possibilità che la proposta venga accettata. Si tratta di una decisione di competenza esclusiva della scuola e cioè del corpo docente. Per questo, in qualità di Sindaco non potrò che prendere atto di ciò che verrà deciso, ma ciò non toglie che io abbia elementi di giudizio su una siffatta questione, soprattutto come persona che ha lavorato per una buona parte della propria vita nell’insegnamento e che considera la scuola il pilastro di una civiltà  e del suo futuro in quanto condizione della qualità di vita futura di chi oggi la frequenta.

Ho sempre ritenuto che un ragazzo, quando è stato in classe per cinque ore consecutive, abbia fatto forse anche troppo. Quando insegnavo, speravo che non mi venisse mai assegnata la quinta ora di lezione, perché la differenza di rendimento, sia mio che dei ragazzi tra le prime e le ultime ore della mattinata, era fuori discussione. Pretendere di ricevere la stessa piena attenzione dei ragazzi dalle 12 alle 13, dopo aver già passato quattro ore di lavoro, è una cosa ingiusta prima ancora che assurda,  come dimostra ogni evidenza di tipo psicologico e didattico. Ora si parla di aggiungere la sesta ora, dalle 13 alle 14.

Ho sempre pensato che la finalità principe della scuola, ciò a cui ogni insegnante deve aspirare, sia di appassionare il ragazzo al sapere, far sì che il ragazzo desideri imparare, in quanto la scuola gli ha fatto gustare il vero sapere, degno di essere da lui posto tra le finalità della vita. Soprattutto per questo motivo troverei incomprensibile per chi conosce la didattica e la scuola non sapere che prolungare le lezioni dalle 13 alle 14, per ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, è un controsenso, un affronto alla qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. Dal mio punto di vista, ritengo impossibile per un docente sostenere che con le seste ore di lezione, e di conseguenza con pomeriggi più brevi oberati peraltro da maggior lavoro per il giorno successivo, la qualità della scuola e la preparazione dei ragazzi migliorino.

Oltre infatti alla difficoltà di far trascorrere la sesta ora nella inevitabile stanchezza con minore o nessuna capacità di attenzione, lo studente , oltre a rientrare a casa più tardi e più stanco, avrà un maggior carico di lavoro pomeridiano per il giorno successivo. Quale sarà il risultato? Ovviamente l’orario scolastico non è l’unico elemento capace di condizionare la qualità della scuola, ma in un momento in cui, credo, la scuola dovrebbe ricevere un nuovo impulso verso una appropriata preparazione dei ragazzi in linea con un mondo sempre più complesso, l’introduzione della sesta ora di lezione non conduce di certo a quella direzione.

D’altra parte chiedo:  un docente davvero interessato all’efficacia del proprio lavoro sulla formazione dei ragazzi, potendo scegliere, sceglierebbe di fare lezione le ultime ore della mattinata? Mi rifiuto di pensare che qualcuno faccia eccezione a una risposta negativa. Perché allora?

Ogni scelta ha un prezzo e i prezzi si pagano, nel bene e nel male. Il problema però è che in questo caso a pagare sarebbero i nostri ragazzi.

Nel rispetto delle opinioni di ciascuno, auguro a chi deve scegliere di farlo con la massima saggezza, nell’esclusivo interesse della qualità dell’insegnamento e quindi della maggiore efficacia per la formazione dei ragazzi.

Francesco Tosi