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Lavoro autonomo: riorganizzazione, innovazione e aggregazioni

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Lavoro autonomo: riorganizzazione, innovazione e aggregazioniRafforzare le competenze dei professionisti emiliano-romagnoli, compresa la conoscenza delle dinamiche e procedure internazionali, riorganizzare e ristrutturare le loro attività anche attraverso processi di innovazione tecnologica favorendone, al contempo, un riposizionamento strategico e iniziative di aggregazione.

Per le attività libero professionali, in Emilia-Romagna saranno finanziati 266 progetti per un valore complessivo di quasi 14 milioni di euro, con un contributo a fondo perduto della Regione di oltre 5,7 milioni: 700mila euro in più rispetto a quanto previsto inizialmente, dato l’alto numero di richieste arrivate e accolte. Risorse europee del Programma Fesr 2021-2027.
I progetti di investimento coinvolgono 504 soggetti tra cui liberi professionisti ordinistici che operano in forma singola, associata o societaria ma anche non iscritti a Ordini titolari di partita Iva, autonomi, che svolgono prestazione d’opera intellettuale e di servizi e siano iscritti alla gestione separata Inps.

“Un sostegno sia per le professioni tradizionali che quelle nuove, che- commenta l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla- oggi vivono in simbiosi all’interno, all’esterno e sui confini delle aziende. Una misura strategica che mette a disposizione risorse per far crescere nuovi strumenti e qualificare i professionisti, specialisti flessibili e interdisciplinari capaci di muoversi nella complessità delle reti aziendali e sociali. Con questo bando andiamo, inoltre, a rafforzare le aggregazioni di Studi multidisciplinari. Abbiamo bisogno di un mondo delle professioni avanzato e strutturato, all’altezza delle nuove sfide dell’ecosistema economico”.

L’esito in sintesi
Delle 266 richieste finanziate (su un totale 344 presentate), 82 arrivano da Bologna, 11 da Ferrara, 30 da Forlì-Cesena, 44 da Modena, 26 da Parma, 14 da Piacenza, 18 da Ravenna, 28 da Reggio Emilia e 13 da Rimini. Dal punto di vista della filiera, più di un terzo (104 richieste) riguarda quella della sanità e del sociale, 88 il terziario avanzato e 68 il settore costruzioni.
Sul frobnte finanziario, oltre il 32% dei soggetti ha dichiarato di avvalersi, a copertura del costo degli interessi, dell’opportunità di accendere un mutuo, rivolgendosi prevalentemente a banche locali e fidelizzate al cliente.

Il 63% delle domande è stato presentato da professionisti singoli, prevalentemente iscritti a ordini professionali, mentre il 37% da professionisti aggregati in forma associata o in società. La metà ha anche dipendenti. Dal punto di vista occupazionale un terzo dei progetti prevede assunzioni di personale.
Tra i professionisti coinvolti tanti medici, ingegneri e commercialisti, ma significativo è il numero di veterinari, geometri, avvocati, architetti, periti industriali, geologi, notai, fisioterapisti, agronomi, agrotecnici, psicologi, giornalisti e chimici.

Le spese sono indirizzate, per oltre il 70% per acquisto di attrezzature innovative e infrastrutture telematiche, tecnologiche, digitali. Mentre per quasi il 18% vengono dedicate all’acquisto di brevetti, licenze software, cloud e servizi applicativi o altre forme di proprietà intellettuale. Oltre 1 milione di euro per consulenze specializzate, destinate, in particolare, al riposizionamento dello studio, al trasferimento di nuove tecnologie, alla ricerca di nuovi mercati, al potenziamento dell’aggregazione di professionisti, al miglioramento della comunicazione, a favore del mercato, dei clienti e dei portatori di interessi.