Nei primi nove mesi del 2022 l’export dei distretti dell’Emilia-Romagna è stato pari a 15,7 miliardi di euro e ha registrato un aumento dell’11,6% rispetto allo stesso periodo del 2021 e del 18,5% rispetto ai primi nove mesi del 2019.
Nello specifico del terzo trimestre dell’anno l’export distrettuale regionale ha registrato un aumento tendenziale del 13,6%, facendo segnare il nono trimestre consecutivo di aumento.
Questo quanto emerge dal Monitor dei Distretti Industriali delle Marche realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
“Il 2022 è stato un anno che ha presentato complessità che ha confermato una volta ancora la dinamicità e la capacità reazione del tessuto economico e produttivo regionale: questo nono trimestre consecutivo di crescita dell’export rimarca una volta ancora la competitività delle aree distrettuali emiliano-romagnole – sottolinea Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo – Da parte nostra, come Direzione Regionale Intesa Sanpaolo, nel 2022 abbiamo erogato 1,6 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine alle imprese regionali. Come prima banca italiana riteniamo doveroso sostenere con misure anche straordinarie le esigenze di liquidità delle imprese e, al contempo, continuare a stimolare gli investimenti strategici in particolare verso innovazione, digitalizzazione e sviluppo sostenibile”.
Dall’analisi per singolo distretto emerge come siano in crescita 16 distretti su 19, mentre i distretti che si collocano oltre i livelli di export dei primi nove mesi del 2019 sono 13 su 19.
Tra i distretti della meccanica si evidenzia la Meccatronica di Reggio Emilia, con il secondo maggior incremento nei primi nove mesi del 2022 (+487 milioni di euro, pari a +16,2%) grazie al traino degli Stati Uniti (+42,3%) e ai risultati positivi conseguiti in Germania, Spagna, Polonia, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito. L’unico arretramento, tra i principali sbocchi commerciali, si è verificato in Cina (-18,3%). L’export totale ha sfiorato i 3,5 miliardi di euro.
Crescita rilevante anche per i Ciclomotori di Bologna (+121 milioni pari a +23,1%), anche in questo caso grazie al traino degli Stati Uniti (+45,3%) e al contributo positivo di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna.
Le Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena hanno registrato una performance positiva (+65 milioni di euro, pari a +15,1%), anche in questo caso trainate dagli Stati Uniti (+57,6%). L’evoluzione è stata positiva in entrambe le province: Modena +16,8% e Reggio-Emilia +14,7%.
In aumento anche le esportazioni del distretto Food Machinery di Parma (+41 milioni pari a +4,5%) e delle Macchine per il legno di Rimini (+22 milioni di euro pari a +6,2%). Si registra un calo, invece, per le Macchine per l’imballaggio di Bologna (-14 milioni di euro pari a -0,8%) e per le Macchine utensili di Piacenza (-34 milioni di euro pari ad un calo del 22,2%).
Le Piastrelle di Sassuolo hanno conseguito la performance migliore in valore tra i distretti dell’Emilia-Romagna, superando di 537 milioni di euro l’export dei primi nove mesi 2021. Il distretto ha sfiorato quota 3,5 miliardi di euro di export a prezzi correnti. Una parte dell’incremento in valore incorpora gli effetti del rialzo dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici che si è accentuato dalla fine di febbraio e che ha portato le imprese del settore a rivedere i propri listini. Le Piastrelle realizzano i maggiori incrementi in Germania, Stati Uniti e Francia, che rappresentano anche i tre mercati di maggior peso delle vendite con una quota pari a oltre il 40% del totale, a cui si aggiungono aumenti rilevanti nel Regno Unito (+26,5%), in Svizzera (+20,1%), in Belgio (+14,3%), nei Paesi Bassi (+16,9%) e in Austria (+14%).
Tra i distretti del sistema casa, risulta buona anche la crescita sui mercati esteri dei Mobili imbottiti di Forlì (+30 milioni di euro pari a +11,2%). I mercati che hanno contribuito maggiormente alla crescita del distretto sono Stati Uniti, Francia e Belgio. Entrambi i distretti del sistema casa emiliano-romagnolo si collocano ampiamente sopra i livelli di export pre-pandemici.
Dei sette distretti dell’agro-alimentare monitorati, sei hanno raggiunto risultati positivi. Solo il Lattiero caseario di Reggio-Emilia presenta esportazioni in calo (-65 milioni di euro, corrispondenti ad una contrazione del 30,3%). Il Lattiero-caseario Parmense ha invece registrato un aumento delle esportazioni (+11,3%), anche rispetto ai livelli dei primi nove mesi 2019 (+21,5%).
Il distretto agro-alimentare che ha conseguito la maggior crescita in valore è l’Alimentare di Parma che chiude il periodo con un aumento di 197 milioni di euro, pari a +22,3%, ottenuto grazie a tutti i comparti (conserve +27%; altri prodotti alimentari +21,5%; pasta e prodotti da forno +20,4%) e alle vendite in Germania (+24,8%) e Francia (+12,5%), paesi che acquistano oltre il 40% delle vendite estere del distretto.
Tutti in crescita anche i distretti dei salumi: Salumi del modenese (+109 milioni di euro pari ad un aumento del 20,9%), Salumi di Parma (+27 milioni di euro, +8,3%), Salumi di Reggio Emilia (+10 milioni di euro, +20,6%).
In aumento anche le vendite all’estero dell’Ortofrutta romagnola (+9 milioni di euro, pari a +1,9%), sostenuta dalla Germania, che da sola acquista il 35% delle vendite estere del distretto.
I primi nove mesi del 2022 hanno segnato anche la ripartenza delle esportazioni dei distretti della moda emiliano-romagnoli. L’Abbigliamento di Rimini (+34 milioni di euro pari a +10,2%), grazie alle vendite negli Stati Uniti, in Grecia, in Polonia, in Germania, in Cina e alla stabilità di quelle nel Regno Unito e in Francia, è riuscito ad annullare l’effetto negativo del calo delle esportazioni verso la Russia (-38,3%), mercato che costituiva fino a prima del conflitto lo sbocco principale dei prodotti del distretto (con una quota di oltre il 13%).
Anche il distretto delle Calzature di San Mauro Pascoli ha mostrato un miglioramento (+17 milioni di euro, pari al +11,4%), sostenuto dalla crescita negli Stati Uniti, in Francia, in Germania e nel Regno Unito e da esportazioni stabili in Cina; andamenti che hanno compensato le perdite subite nel mercato russo (-29,1%), anche nel caso di questo distretto molto importante fino al 2021, quando era il secondo mercato di sbocco con un peso sulle vendite estere dell’11,1%. Nonostante la ripresa, il livello delle esportazioni di questi due distretti risulta ancora inferiore rispetto ai livelli pre-pandemici (primi nove mesi del 2019) rispettivamente del 20,6% e del 18%.
Si distingue positivamente, invece, la Maglieria e abbigliamento di Carpi che non solo ha superato i livelli di export dei primi nove mesi del 2021 (+11 milioni di euro, pari ad un aumento del 2,2%), ma si è anche portata oltre i livelli pre-pandemici del 6,9%, per 33 milioni di euro. Per questo distretto era comunque nettamente più limitato il ruolo della Russia.
L’incremento riguarda tutti i poli tecnologici. Esportazioni aumentate di 68 milioni di euro per il Polo ICT dell’Emilia-Romagna (+15,8%) il cui maggior contributo alla crescita è giunto dall’elettronica di Bologna. Il Biomedicale di Mirandola ha registrato un incremento di 49 milioni di euro (+16,5%). Il Biomedicale di Bologna ha registrato un incremento di 42 milioni di euro (+18,3%).
Buono l’andamento delle esportazioni sia verso i mercati maturi (+13%), trainate da Stati Uniti, Francia, Germania e Spagna, sia verso i nuovi mercati (+8,6%) con Messico, Polonia, Emirati Arabi Uniti e India in testa. Tra i principali sbocchi commerciali delle esportazioni distrettuali emiliano-romagnole si rilevano contrazioni nell’export verso Russia, Cina, Ucraina ed Egitto.