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Emergenza Siccità distretto del Po: portate ancora molto basse, prelievo non ridotto, cuneo salino a quota record

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Emergenza Siccità distretto del Po: portate ancora molto basse, prelievo non ridotto, cuneo salino a quota record
recente immagine del Po nel territorio del Comune di Polesine Zibello (PR) scattata dal fotoreporter naturalista Paolo Panni

Precipitazioni molto utili negli equilibri idrologici a breve termine del Fiume Po e degli affluenti quelle cadute nelle ultime 24 ore sull’intero distretto: in taluni casi, soprattutto sui rilievi montani e pedecollinari di Piemonte e Liguria ed in tono minore su Emilia, Lombardia e Veneto, le piogge hanno toccato anche i 58/60 mml, incrementando i livelli del Grande Fiume che in poche ore sono passati, in prossimità della foce a Pontelagoscuro nel Ferrarese, da 161 a 200 metri cubi/secondo.

L’incremento di portata non risolve il problema del pesantissimo deficit esistente ma, di fatto, lo sposta, in avanti di una decina di giorni, scongiurando però, per ora, la massima conseguenza della siccità stagionale, ovvero un preventivo e dannoso stop al prelievo. Prelievi che comunque, nonostante la raccomandazione ai territori – decisa nel corso dell’ultima seduta dell’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici insieme alle Regioni e ai portatori di interesse dei diversi settori – non sono stati effettuati nella misura del 20% sull’acqua disponibile, come stabilito (ma addirittura aumentati del 10%) e che, alla luce della pioggia di ieri, avrebbero contribuito in maniera determinante al raggiungimento di un livello tale (circa 300 mc/s) in grado di sollevare le necessità della gran parte delle aree considerate fino a luglio inoltrato riducendo così concretamente l’ingresso delle acque salmastre (oggi arrivate ad oltre 30 km dalla Costa Adriatica nel ferrarese e rodigino) ed evitando potenziali danni irreversibili ad agricoltura locale, habitat e biodiversità. Per queste ragioni oggi servirebbe un prelievo sull’acqua precedentemente disponibile pari al 20% per poter equilibrare tutti gli utilizzi, proseguire l’attività irrigua e salvaguardare le zone più in sofferenza.

“Alla luce di questi dati emersi oggi – ha commentato in apertura di incontro il Segretario Generale di ADBPo-MiTE Meuccio Berselli – a cosa serve prendere decisioni, organizzare e coordinare incontri utili con tutti i portatori di interesse, fare ricerche approfondite che costano lavoro ed impegno agli staff tecnici se nessuno prende i provvedimenti amministrativi più adeguati e mette in pratica le decisioni prese aumentando, nei numeri, il prelievo ognuno badando così esclusivamente al proprio interesse ed orticello?”.

In ogni caso, nonostante il temporaneo ristoro, destinato ad esaurirsi in pochi giorni, le cinque stazioni di monitoraggio delle quote idrometriche del fiume restano ancorate al livello di siccità grave (portate in metri rispetto alla media): PIACENZA: -0,88 metri; CREMONA: -8,20; BORETTO: -4,37; BORGOFORTE: -3,83; PONTELAGOSCURO -7,16.

“Oggi in alternativa al consueto bollettino dell’Osservatorio, che solitamente si basa sui dati numerici fino al giorno precedente l’incontro (e che non terrebbe conto delle piogge cadute), alleghiamo nel presente comunicato stampa i numeri aggiornati a stamattina e alcuni grafici significativi per la comprensione degli equilibri idrologici tra disponibilità, utilizzi, prelievi”, conclude Berselli.

Nelle mappe in PDF la proiezione puntuale delle derivazioni e la situazione del Delta, perennemente sotto la minaccia dell’intrusione delle acque salmastre, nel caso avesse beneficiato della portata aggiuntiva richiesta del 20% di risorsa idrica ad oggi non pervenuta. Attualmente il contributo esclusivo di risorsa idrica ai livelli attuali del Po è garantito solo dall’approvvigionamento dei corsi d’acqua Adda, Ticino, Dora e Mincio alimentati dai grandi laghi tra i quali il Maggiore, che si è riportato in quota; oltre al Garda, che già beneficiava di un buon quantitativo invasato. Si è attestato anche l’apprezzato rilascio in modalità sussidiaria di risorsa idrica dagli invasi del comparto idroelettrico a beneficio degli utilizzi a valle.