Home Appennino Modenese Il FAI promuove la via Vandelli candidata a luogo del cuore 2022....

Il FAI promuove la via Vandelli candidata a luogo del cuore 2022. Si vota online

# ora in onda #
...............




Il FAI promuove la via Vandelli candidata a luogo del cuore 2022. Si vota onlineIn occasione dell’avvio dell’undicesimo censimento “I luoghi del cuore”, campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare, promossa dal Fai in collaborazione con Intesa Sanpaolo, la delegazione Fai di Modena sostiene la candidatura della via Vandelli, promossa dal comitato “amici della via Vandelli”, fondato da Giulio Ferrari, nel 2017 con l’obiettivo di svolgere attività di riscoperta e di promozione della via stessa, definita “la madre di tutte le strade moderne”.

Dopo il censimento il Fai sostiene una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di 2.500 voti e per sostenere online la candidatura della Via Vandelli come luogo del Cuore, è sufficiente andare sul sito www.iluoghidelcuore.it, digitare “Via Vandelli” e votare.

Per il presidente della Provincia Gian Domenico Tomei «si tratta di un riconoscimento importante, che valorizza l’intero patrimonio storico e artistico del territorio modenese, e di questo occorre ringraziare il Fai, gli Amici della via Vandelli e quanti si sono spesi negli anni per rendere nuovamente attrattiva questa arteria ricca di tradizione e cultura».

Il comitato ha ricevuto il supporto anche delle delegazioni Fai di Lucca e del Gruppo FAI di Massa e delle sezioni Cai di Modena, Massa, Pavullo nel Frignano, Sassuolo, Carpi, e Castelnuovo di Garfagnana, che coinvolgono territorialmente l’intero percorso del cammino.

«I Luoghi del Cuore rappresentano una straordinaria opportunità di visibilità per il territorio, soprattutto per le cosiddette “aree interne”» sottolineano Carla di Francesco, presidente Regionale Fai Emilia-Romagna e Vittorio Cavani, capo delegazione Fai di Modena, aggiungendo che «in particolare quest’anno vogliamo sostenere la candidatura della via Vandelli, esempio unico di strada settecentesca che conserva tratti originali ed un patrimonio infrastrutturale da tutelare e da valorizzare».

Per Giulio Ferrari, coordinatore del comitato amici della via Vandelli «la via Vandelli è ormai uno dei cammini più di successo nel panorama nazionale, e sta riportando tanto turismo nell’appennino Tosco-Emiliano» sottolineando che «questo lo si deve al fascino che esercita ancora oggi una strada così visionaria ed innovativa per l’epoca. I viandanti ripercorrendola ne scoprono la storia ed entrano in contatto con le tante storie del territorio: sono quindi necessarie un’adeguata segnaletica per gli escursionisti e la tutela dei tratti e delle strutture originali».

La Via Vandelli è l’ultima delle strade antiche e la prima delle strade moderne, voluta dal duca Francesco III d’Este per collegare la sua capitale Modena con Massa e il mar Tirreno.

«Le sezioni del Cai della provincia di Modena hanno intrapreso dal 2020 un progetto di verifica studio e valorizzazione della via Vandelli, nell’ambito di un progetto sulle vie storiche dell’Emilia-Romagna promosso dalla commissione Escursionismo regionale, per le grandi potenzialità di crescita del cammino, con la possibilità di diventare un volano economico per i territori che attraversa» ha concluso Alberto Accorsi, presidente Cai Modena, ribadendo che «il Cai già segna e si occupa della manutenzione ordinaria dei percorsi nell’alto appennino Modenese e propone una tracciatura e segnatura di tutto l’itinerario coinvolgendo anche le sezioni toscane, in coordinamento con le amministrazioni locali».

Realizzata nel 1739 da Domenico Vandelli era la più avvenieristica delle strade carrozzabili e paradigma della rivoluzione viaria settecentesca, utilizzata per il commercio delle merci dalla pianura padana al porto di Marina di Avenza.

Inoltre collega il palazzo ducale di Modena e di Sassuolo con quello di di Massa toccando anche il palazzo ducale di Pavullo nel Frignano e la rocca ariostesca di Castelnuovo di Garfagnana.

LA MADRE DI TUTTE LE STRADE MODERNE. VOLUTA DAL DUCA D’ESTE, DAL 1739 COLLEGA MODENA A LUCCA

La via Vandelli è considerata l’ultima delle strade antiche e la prima delle strade moderne, voluta dal duca Francesco III d’Este per collegare la sua capitale Modena con Massa e il mar Tirreno.

Realizzata nel 1739 da Domenico Vandelli era la più avveniristica delle strade carrozzabili e paradigma della rivoluzione viaria settecentesca, utilizzata per il commercio delle merci dalla pianura padana al porto di Marina di Avenza.

Inoltre collega il palazzo ducale di Modena e di Sassuolo con quello di di Massa toccando anche il palazzo ducale di Pavullo nel Frignano e la rocca ariostesca di Castelnuovo di Garfagnana.

Attraversa il territorio appenninico del Frignano nel modenese e la Garfagnana, per poi risalire le alpi Apuane, aprendosi sulla valle del Panaro, sul monte Cimone fino al mare. Percorrendola si possono osservare diverse ofioliti (Varana, Sasso Tignoso), fenomeni geologici come i vulcani di fango, un lago termale, e un’emergenza del tutto particolare costituita da un ponte naturale in arenaria detto Ponte Ercole o Ponte del Diavolo.

Sono presenti inoltre tratti di pavè originali, di cui i più notevoli si trovano nella selva romanesca nel comune di Frassinoro e nella discesa da San Pellegrino in Alpe a Lucca. L’infrastruttura più imponente è rappresentata dai sei chilometri di tornanti costruiti su muro a secco che scendono dal passo della Tambura verso Resceto di Massa.

Lungo il percorso sono ancora conservati alcuni edifici voluti dal Vandelli stesso con la funzione di osterie, stazioni di posta e rifugi per i viaggiatori. Nel suo insieme si tratta dell’unico cammino che ripercorre esattamente il tracciato di una vera strada risalente all’illuminismo.

Il comitato “amici della via Vandelli” promuove un’attività di tutela dei tratti originali con la lastricatura settecentesca a rischio di erosione e deturpazione. Questi tratti necessitano di un intervento di ripristino e di tutela. Allo stesso tempo le infrastrutture dell’epoca, tra cui osterie, stazioni di posta, ricoveri,  oggi di proprietà privata, hanno bisogno di adeguata pannellistica storico culturale così come le emergenze naturalistiche come salse, ofioliti, sorgenti termali.