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In risalita in Emilia Romagna le imprese giovanili

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In risalita in Emilia Romagna le imprese giovaniliLa ripresa economica legata alla minore incidenza della pandemia e alle misure di sostegno introdotte, favorisce l’ampliamento della base imprenditoriale giovanile regionale. È quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.

Alla fine del 2021 le imprese attive giovanili emiliano-romagnole sono risultate 29.225 con un incremento di 630 unità (+2,2 per cento) rispetto alla fine del 2020.

Si conferma così l’inversione di tendenza registrata nei precedenti trimestri del 2021 che ha interrotto l’andamento che si registrava dal 2012.

Il trend delle imprese giovanili è assai diverso se si considerano due sottoinsiemi non disgiunti: le imprese di giovani donne (giovanili e femminili) e quelle di giovani stranieri (giovanili e straniere). A fine 2021, le imprese femminili giovanili erano 8.003 pari al 27,4 delle imprese giovanili regionali. Sono concentrate in tre divisioni di attività: commercio al dettaglio (18,2 per cento), ristorazione (14,3 per cento) e servizi per la persona (13,8 per cento). L’incremento è dello 0,6 per cento (+48 imprese) nell’ultimo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2020.

Alla stessa data le imprese giovanili straniere sono risultate 8.296 pari al 28,4 delle imprese giovanili dell’Emilia-Romagna. Sono fortemente concentrate soprattutto nelle costruzioni (29,1 per cento), quindi in misura minore nel commercio al dettaglio (16,4 per cento), nella ristorazione (12,2 per cento) e nelle altre attività di servizi per la persona (5,0 per cento). Si è interrotta la precedente tendenza negativa perché per la prima volta dal settembre del 2012 le imprese giovanili straniere sono aumentate (+0,9 per cento, +77 imprese), rispetto a dodici mesi prima.

 

Il confronto con il dato italiano

Nel quarto trimestre 2021, la consistenza della base imprenditoriale giovanile si è ridotta in tredici delle regioni italiane. Al contrario, gli aumenti più rilevanti sono stati in Trentino-Alto Adige (+4,3 per cento), Emilia-Romagna (2,2 per cento), Piemonte (1, 9 per cento) e Veneto (+1,6 per cento).

Dalla fine del 2018, l’andamento delle imprese giovanili emiliano-romagnole è risultato migliore di quello a livello nazionale, con la sola eccezione del secondo semestre 2020. Con l’avvio del 2021 il tasso di crescita ha decisamente sopravanzato quello nazionale, come non era mai avvenuto in precedenza.

 

I settori di attività economica

Nel trimestre la consistenza delle imprese giovanili è aumentata in tutti i macrosettori, ma non in modo omogeneo. L’incremento è stato determinato dall’insieme dei servizi dove l’andamento è stato frutto di tendenze differenziate, ma prevalentemente positive, con alcune eccezioni, con l’aumento di 361 imprese (+1,9 per cento). La dinamica è stata superiore per l’insieme dei servizi diversi dal commercio (+307 imprese, +2,6 per cento).

Ma tra le sezioni di questi servizi, la tendenza si è confermata ancora negativa per alloggio e ristorazione (-84 unità, -2,5 per cento), particolarmente colpiti dalle conseguenze della pandemia. Il pesante calo è stato determinato dalla ristorazione (-53 unità, -1,7 per cento), comparto con ampia presenza di imprese giovanili (10,5 per cento), ma è nell’alloggio che si è avuto un vero crollo (-10,7 per cento). Con numeri assoluti più contenuti, sono risultate in flessione le imprese che svolgono altre attività dei servizi a causa della riduzione delle altre attività di servizi per la persona (-36 unità, -2,1 per cento).

I segni positivi nel macrosettore degli altri servizi hanno avuto numeri decisamente superiori. In particolare, hanno accelerato le attività professionali, scientifiche e tecniche (+163 unità, +14,4 per cento), direzione aziendale e consulenza gestionale (+23,2 per cento, +66 unità), pubblicità e ricerche di mercato (+19,1 per cento, +61 unità). Seguono noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (89 unità, +6,4 per cento) che ricomprendono, tra l’altro, i call center, le agenzie di recupero crediti e informazioni commerciali, agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste e le attività di imballaggio e confezionamento per conto terzi, quindi ai servizi per edifici e paesaggio (+30 unità, +4,5 per cento), ovvero le imprese di pulizia e giardinaggio.

Dopo avere ottenuto una buona crescita, nel trimestre in esame la dinamica delle imprese del settore del commercio si è ridotta sensibilmente (+54 imprese, +0,7 per cento), confermando però di derivare soprattutto dalla sostenuta ripresa del dettaglio (+114 unità, +3,0 per cento) a fronte di un arretramento dell’ingrosso e del commercio e riparazione di veicoli.

Nel quarto trimestre 2021 le imprese giovanili delle costruzioni sono aumentate (+175 unità, +3,5 per cento), sulla spinta dei sostegni al settore grazie alla realizzazione di edifici (+6,0 per cento), ma soprattutto nei lavori di costruzione specializzati (+134 unità, +3,0 per cento).

La base imprenditoriale giovanile dell’industria ha rafforzato la tendenza positiva (+51 unità, +2,5 per cento). Il recupero è derivato dall’aumento delle attive della riparazione, manutenzione e installazione di macchine (+18 unità, +6,6 per cento), da alimentare (+12 unità, +5,3 per cento), fabbricazione di prodotti in metallo (+10 unità, +2,0 per cento). riparazione, manutenzione e installazione di macchine (+12 unità, +4,5 per cento), altre industrie manifatturiere (+10,5 per cento) e fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+23,3 per cento). Al contrario, c’è stata riduzione nelle confezioni (-21 unità, -6,4 per cento) 27 (-6,3 per cento) la riduzione del sistema della moda regionale.

Infine, è proseguito il recupero delle imprese giovanili attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+43 imprese, +1,7 per cento), forte in agricoltura (+39 imprese), ma sostenuto anche dalla crescita delle imprese della pesca e acquacoltura (+1,7 per cento).

 

La forma giuridica

L’incremento delle imprese giovanili è principalmente da attribuire alle ditte individuali, che dopo dieci anni di riduzioni hanno confermato l’inversione di tendenza in positivo e hanno accelerato sensibilmente la loro crescita (472 unità, +2,2 per cento).

Anche le società di capitale hanno messo a segno un ulteriore incremento (+4,7 per cento, +229 unità).  Le società di persone invece, non sono riuscite a invertire la tendenza negativa (-3,5 per cento, -61 unità): continua a incidere l’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata.  Le imprese costituite sotto altre forme, cooperative e consorzi, hanno avuto una pesante caduta (-7,8 per cento).