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La quarantena non è più malattia? La Cisl: “Scelta da riconsiderare”

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La quarantena non è più malattia? La Cisl: “Scelta da riconsiderare”Con una circolare di inizio agosto, l’Inps ha comunicato che di fatto “la quarantena non è più considerata malattia” per tutto il 2021, quindi anche con effetto retroattivo, a causa della mancanza di risorse per coprire le indennità.
La busta paga è a rischio per circa 9.500 lavoratori in Emilia-Romagna, diverse circa un migliaio nel reggiano, e 98.369 a livello nazionale. Non solo. La mancata indennità potrebbe portare i lavoratori a non segnalare più contatti con positivi, accrescendo il rischio di un’ulteriore diffusione del virus. A lanciare l’allarme è stata la Cisl Emilia-Romagna, che si è pure rivolta al presidente della Regione Stefano Bonaccini.

“Con una del 6 agosto scorso – spiega la Cisl Emilia Centrale – l’Inps ha comunicato che per il 2021 non sono state stanziate risorse per le indennità di malattia in caso di quarantena per i dipendenti privati entrati in contatto con un positivo Covid. Ad agosto e con effetto retroattivo, l’isolamento che prima era parificato alla malattia e quindi pagato dall’Inps ora non lo è più di fatto”.
Lo stesso Istituto, riferisce ancora la Cisl, ha chiarito anche che “non saranno corrisposti i trattamenti economici previsti dal decreto Cura Italia ed equiparati a quanto previsto in caso di malattia comune” ai lavoratori in quarantena.
A conti fatti, dunque, “chi non riceverà per l’intero 2021 la copertura economica per l’assenza dovuta a quarantena e si troverà senza stipendio e senza contributi sono soprattutto quei lavoratori che non possono in alcun modo svolgere attività da remoto – spiega il sindacato – come ad esempio operai, magazzinieri, muratori, commessi, cassieri, educatori delle coop sociali. Proprio chi è stato in prima linea durante il lockdown”.
Secondo la Cisl Emilia Centrale, però, “il rischio non riguarda solo questi lavoratori, costretti a restare a casa senza retribuzione, pur essendo la loro assenza funzionale al bene comune salute collettiva”. A parere del sindacato, infatti, “esiste un ulteriore pericolo, che le autorità sanitarie dovrebbero valutare con grande attenzione. Molti lavoratori entrati in contatto con un positivo potrebbero essere disincentivati a segnalare questa loro condizione, dato che comporterebbe un’assenza non retribuita dal lavoro”. Il risultato sarebbe dunque “porre le condizioni per un’ulteriore estensione di Covid tra i colleghi”.
Per questo la Cisl “è seriamente preoccupata dal possibile esito di questa situazione – afferma la segretaria dell’Emilia Centrale, Rosamaria Papaleo – la pandemia è ancora presente e non si deve abbassare la guardia in nessun caso. Siamo fiduciosi dell’impegno assunto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, di affrontare il tema nel prossimo Consiglio dei ministri”.