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Covid-19, definito il protocollo operativo provinciale per il trattamento con anticorpi monoclonali

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Covid-19, definito il protocollo operativo provinciale per il trattamento con anticorpi monoclonali
Foto di Rebecca Moninghoff da Pixabay

È stato definito il protocollo operativo per la somministrazione del trattamento anti-Covid-19 con anticorpi monoclonali, indicato in casi selezionatissimi e con criteri clinici ben definiti. Un’organizzazione complessa che ha visto al lavoro le tre Aziende sanitarie modenesi (Azienda USL, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e Ospedale di Sassuolo SpA), con l’individuazione dei percorsi di selezione dei pazienti, validazione e somministrazione della terapia. Il protocollo è stato condiviso con i rappresentanti dei Medici di Medicina Generale, che avranno un ruolo fondamentale nell’intero percorso, in particolare nelle fasi di selezione e di monitoraggio post infusione dei pazienti.

Già nei giorni scorsi è giunta nel modenese la prima consegna: si tratta in totale di 185 trattamenti, suddivisi tra le tipologie di anticorpi monoclonali attualmente disponibili. Le infusioni verranno effettuate all’interno di ambulatori di Pronto Soccorso, sotto stretto controllo medico. Il percorso rafforza ulteriormente la collaborazione tra ospedale e territorio, importante valore aggiunto nella gestione dell’epidemia: i nuovi trattamenti saranno dedicati a pazienti con diagnosi confermata di Covid-19, affetti da sintomatologia lieve/moderata (tosse e/o febbre) e che presentano fattori di alto rischio (ad esempio l’immunodepressione) per lo sviluppo di forme più gravi di malattia.

Il trattamento deve essere eseguito entro i primi cinque giorni dall’esordio dei sintomi. Sarà cura dei Medici di medicina generale individuare i pazienti potenzialmente candidabili alla terapia con anticorpi monoclonali per la loro condizione di rischio aumentato. Proporranno i casi ai medici di Pronto Soccorso, che vaglieranno la proposta anche tramite esami clinico-strumentali.

La redazione del protocollo operativo messo a punto dalle aziende sanitarie modenesi, ha permesso di individuare i medici prescrittori, fornendo loro l’accesso al registro dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) necessario per prescrivere, somministrare e tracciare la terapia.  A svolgere questo ruolo nel modenese saranno appunto i medici di Pronto Soccorso. Una volta validato il trattamento, il paziente potrà afferire, con percorso in sicurezza, ad un ambulatorio del PS, dove sarà effettuata l’infusione. Al termine, il paziente sarà tenuto sotto osservazione per circa un’ora, prima del rientro a domicilio, dove sarà monitorato a cura del proprio Medico di famiglia.