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La Nazionale italiana di calcio torna in Emilia-Romagna, e rinnova il grazie a tutti gli operatori sanitari

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La Nazionale italiana di calcio torna in Emilia-Romagna, e rinnova il grazie a tutti gli operatori sanitariUn grazie che per la sanità regionale vale doppio. La Nazionale italiana di calcio torna infatti in Emilia-Romagna, quattro mesi dopo la visita – lo scorso 15 novembre – al Core, il polo onco-ematologico dell’Ospedale di Reggio Emilia, per incontrare il personale sanitario dell’Ospedale Maggiore di Parma.

E portare, con la consegna simbolica di una maglia numero 10 personalizzata con il ‘nome’ “Il Maggiore”, il ringraziamento degli Azzurri ai professionisti e agli operatori della sanità: per l’impegno, la dedizione e lo sforzo straordinario che loro, assieme a tutti i sanitari dell’Emilia-Romagna e d’Italia, continuano a garantire per l’assistenza ai pazienti Covid ma anche per la tenuta di tutto il sistema di cura.

Un appuntamento che fa seguito alla partita di ieri sera, con la Nazionale che allo Stadio Ennio Tardini di Parma nel match contro l’Irlanda del Nord ha iniziato il cammino per le qualificazioni ai Campionati Mondiali di Qatar 2022.

In rappresentanza degli Azzurri, una delegazione della Federazione Italiana Giuoco Calcio guidata dal suo presidente, Gabriele Gravina, e accolta dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti.  A fare gli onori di casa durante l’incontro – che si è svolto all’aperto, nel pieno rispetto delle regole di sicurezza, ed è stato moderato dal vicedirettore di Rai Sport, Enrico Varriale – il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, Massimo Fabi, nelle cui mani è stata consegnata la maglia, e il direttore del Dipartimento Chirurgico generale e specialistico dell’Aosp, Paolo Del Rio.

Dichiarazioni

“Diciamo grazie alla Nazionale, che ancora una volta dimostra attenzione e attaccamento alla nostra terra e soprattutto ai suoi straordinari operatori sanitari- afferma il presidente Stefano Bonaccini-. E uniamo alla gratitudine per gli Azzurri e degli Azzurri anche la nostra, felici di essere qui insieme oggi, davanti a un ospedale che rappresenta l’eccellenza italiana in ambito di robotica applicata alla chirurgia. In un momento così difficile, quella maglia che tante emozioni è capace di darci e nella quale tutto il Paese si identifica, assume un valore ancora più grande, e porta con sé un messaggio importantissimo di unità e fiducia. Lo sport, così come l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ci insegnano come il fare squadra sia fondamentale. Alla nostra squadra azzurra e alla nostra squadra dei medici e degli operatori sanitari rinnoviamo dunque la nostra gratitudine e riconoscenza”.

“La visita all’Ospedale Maggiore è come se fosse il secondo tempo della partita di ieri- commenta il presidente della FIGC, Gabriele Gravina-. A Parma, come in tutte le altre città in cui gioca la Nazionale, continuiamo la nostra testimonianza di responsabilità, vicinanza e gratitudine verso chi, gli operatori sanitari in primis, lavora quotidianamente per il bene della collettività, a maggior ragione in questo momento di grande difficoltà e sofferenza. Lo Scudetto del Cuore è loro, lo hanno vinto sul campo”.

“In questo ultimo difficile anno Parma ha dimostrato una grande predisposizione e unità alla lotta alla pandemia, sia da parte dei cittadini che delle istituzioni, passando per i suoi numerosi professionisti in camice bianco, che con grande senso di responsabilità hanno rappresentato il simbolo della battaglia al Covid- sottolinea il sindaco Federico Pizzarotti-.  Approfitto di questo momento per ringraziarli ancora una volta a nome della città, e con loro ringrazio tutto il personale e i dipendenti dell’Ospedale Maggiore di Parma e della sanità di questo territorio. Ringrazio anche per la visita del mondo sportivo e calcistico: oggi si ha bisogno di sostegno e vicinanza da parte di tutti, è unendosi contro le difficoltà che si superano i momenti più complessi”.

“Ringrazio davvero di cuore per il sostegno e la vicinanza espressa- spiega il direttore Massimo Fabi-. La nostra forza è il lavoro di squadra; un impegno comune portato avanti da tutti noi sia per fronteggiare la pandemia, sia per dare risposte di cura a tutti i pazienti che si recano al Maggiore.  Un lavoro di gruppo che emerge pienamente anche in ambito chirurgico, grazie a professionisti di grande livello, a investimenti davvero importanti in tecnologie e in innovazione e a una piena integrazione tra il Centro hub dell’Ospedale di Parma e la rete ospedaliera provinciale. Il mio grazie va a tutti i professionisti per l’enorme lavoro che stanno portando avanti”.

L’attività di robotica chirurgica dell’Ospedale di Parma

Il robot chirurgico entra nel comparto operatorio dell’Ospedale Maggiore di Parma a metà novembre 2019 e diventa subito operativo con il primo intervento eseguito dall’equipe chirurgica della struttura di Urologia su un paziente di 64 anni affetto da neoplasia prostatica.

La tecnica robotica rappresenta l’evoluzione naturale della chirurgia mini-invasiva laparoscopica, tecnica da lungo tempo utilizzata presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma,centro di riferimento e formazione universitaria in ambito chirurgico. A distanza di oltre un anno le strutture che hanno eseguito interventi di chirurgia robotica sono Urologia (61,8% su 178 prestazioni totali), Chirurgia toracica (33,7%) e Clinica chirurgica generale (4,5%). I progetti futuri sono l’implementazione dell’attività della clinica chirurgica generale in tutte le sue linee di patologia, la chirurgia robotica ginecologica e la chirurgia pediatrica. Ulteriore sviluppo l’apertura della collaborazione robotica con le chirurgie del territorio.

Il sistema robotico Da Vinci (v. allegato) consente al chirurgo, seduto ad una console, di manovrare a distanza quattro bracci robotici che migliorano i gesti umani garantendo una visione 3D e immersiva del campo operatorio, con la possibilità di raggiungere aree anatomiche difficili.Il robot ha comportato un investimentodi 2.778.000 euro sostenuto da fondi Aziendali e da una donazione di 1 milione di euro di Fondazione Cariparma.