Un’indagine approfondita e molto accurata sulla tassa per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, con tutti i comuni della provincia monitorati con attenzione. L’Ufficio Studi Lapam Confartigianato, con la collaborazione di tutte le sedi Lapam sul territorio, ha analizzato la situazione della Tari e della Tarip (la cosiddetta tariffa puntuale) sul territorio provinciale.
27 comuni del modenese hanno la Tari, mentre gli altri 20 la tariffa puntuale Tarip e dall’indagine si evidenziano quattro schemi: i comuni che utilizzano la tariffa puntuale ‘pura’ ovvero rapportata al quantitativo di rifiuti prodotto, in particolare nell’Area Nord della provincia a gestione Aimag; la tariffa puntuale legata a coefficienti differenziati per attività, come nelle Terre dei Castelli e a Castelfranco a gestione Hera; la tassa Tari con tariffe mediamente più alte ma con forti agevolazioni per i comportamenti virtuosi (ad esempio a Modena o nel Distretto ceramico); la tassa Tari ‘pura’ con tariffe più basse ma minori agevolazioni, come in alcuni comuni montani.
I comuni con la Tarip. I comuni con la tariffa puntuale, sono Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Carpi, Castelfranco, Cavezzo, Concordia, Marano, Medolla, Mirandola, Montese, Nonantola, Novi, Ravarino, San Cesario, San Felice, San Possidonio, San Prospero, Soliera, Spilamberto e Vignola.
I comuni con la Tari sono Campogalliano, Castelnuovo, Castelvetro, Fanano, Finale, Fiorano, Fiumalbo, Formigine, Frassinoro, Guiglia, Maranello, Modena, Montecreto, Montefiorino, Palagano, Pavullo, Polinago, Pievepelago, Prignano, Riolunato, Sassuolo, Savignano, Serramazzoni, Sestola e Zocca, mentre la tariffa monomia (una sorta di Tari semplificata che consideriamo dunque sotto questa specie) sono Lama Mocogno e Montese.
L’associazione commenta: “E’ difficile fornire un quadro complessivo a causa delle agevolazioni previste in diversi comuni e della differenza tra tassa e tariffa. Di certo la tariffa puntuale va nella direzione giusta, pur con la necessità di alcuni correttivi per evitare di penalizzare eccessivamente alcune tipologie di imprese. Al tempo stesso, però, la cosa più importante è fare chiarezza sul meccanismo di riduzioni e agevolazioni per capire anche come siano accessibili per le imprese e iniziare un confronto serio con le amministrazioni locali e proporre un processo di uniformazione dei regolamenti comunali. Il tema dei costi di gestione è il vero problema che sta alla radice della questione rifiuti e di altri servizi pubblici. Su questo tema, qualche anno fa, Lapam Confartigianato aveva anche fatto uno studio sui costi dei servizi pubblici, ponendo giustamente il problema dei monopoli pubblici da parte delle multiutilities”.
Alcuni esempi. Parlando solo di Tari, e dunque dei 23 comuni con questa tassa, qualche esempio fa capire come la situazione sia veramente a macchia di leopardo. Per le attività artigianali di beni e servizi le tariffe oscillano tra 0,86 euro al metro quadro e i 5,08 euro. Si passa dalle tariffe più basse di Riolunato, Fiumalbo e Fiorano a quelle più alte di Serramazzoni, Formigine e Maranello (ma questi comuni hanno più agevolazioni per i comportamenti virtuosi). Venendo a carrozzerie e autofficine si va da 1,74 euro sempre di Riolunato (e poco oltre per Fiumalbo e Montese) ai 6 euro di Sassuolo (seguito a poca distanza da Maranello e Formigine), ma anche in questo caso il coefficiente di abbattimento è molto maggiore nei comuni del Distretto ceramico rispetto a quelli montani. Un negozio arriva a pagare di più a Sassuolo e Serramazzoni (fino a 6,34 euro al metro quadro) rispetto ai 2 euro circa dei ‘soliti’ Riolunato e Fiumalbo, a cui si aggiunge Zocca, mentre un bar paga tra 17 e 19 euro a Formigine e Modena rispetto ai 4 euro circa dei comuni dell’alto Appennino, anche qui però con agevolazioni molto importanti nei comuni che hanno la Tari più alta che possono arrivare ad abbattere questa cifra in modo molto significativo.
Agevolazioni e riduzioni. Anche qui stiamo sui comuni con la Tari. Le riduzioni riguardano l’abbattimento della superficie imponibile (a Sassuolo arriva al 45% per le attività artigianali e fino al 70% per le attività dell’agroalimentare, mentre in montagna si arriva al 40% a Fanano e Lama Mocogno per le attività artigiane e al 50% a Fanano per i caseifici); la riduzione della quota variabile (con un -50% nel Distretto ceramico e cali fino all’80% a Pavullo e Fanano su alcune categorie); la promozione di comportamenti virtuosi, con Modena che arriva a scontare fino all’80% per attività come il conferimento autonomo dei rifiuti a soggetti diversi dal gestore pubblico o per comportamenti come la devoluzione di beni alimentari e farmaci a enti del terzo settore o la dismissione di slot machine, stesso discorso che fanno Spilamberto, con una riduzione del 50%, e Fiorano, mentre Formigine e Maranello hanno riduzioni per la raccolta differenziata.
Le proposte Lapam. “Dai dati emersi con la nostra indagine – sottolinea ancora l’associazione – è evidente che la situazione è molto frastagliata e che sarebbe opportuno, o meglio necessario, andare verso una maggiore uniformità almeno per territori limitrofi. Il meccanismo di riduzioni e agevolazioni, poi, va reso automatico per evitare alle imprese che ne hanno diritto un eccesso di burocrazia e il rischio di essere tagliati fuori dalle agevolazioni. Infine occorre analizzare con attenzione i dati per capire come i singoli comuni ripartiscono i costi della gestione dei rifiuti tra utenze domestiche e non domestiche”.