Per la riqualificazione della rete ospedaliera, lo sviluppo della rete sanitaria territoriale e per l’innovazione tecnologica sono in programma nei prossimi anni, investimenti da parte delle aziende sanitarie modenesi per quasi 278 milioni di euro; il piano è stato presentato mercoledì 20 maggio nel corso della Conferenza territoriale sociale e sanitaria alla quale ha partecipato anche l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini.
Aprendo i lavori in video conferenza il presidente della conferenza Gian Carlo Muzzarelli ha sottolineato lo sforzo di tutta la sanità modenese nell’affrontare l’emergenza Covid-19 «che non è finita, ma siamo entrati una fase nuova dove i comportamenti dei cittadini sono fondamentali e occorre ora un grande senso di responsabilità individuale e attenzione da parte di tutti».
L’epidemia – ha aggiunto Muzzarelli – ha evidenziato «l’importanza della rete territoriale, che va ulteriormente sviluppata, la qualità della rete dei nostri ospedali e la positiva condivisione delle piattaforme».
Nella relazione sugli investimenti programmati Antonio Brambilla, direttore dell’Ausl di Modena e commissario dell’Azienda ospedaliero universitaria che comprende il Policlinico e l’ospedale di Baggiovara, ha ricordato l’importante esperienza di questi mesi di emergenza Covid-19, con la straordinaria integrazione tra le aziende sanitarie modenesi, l’ospedale di Sassuolo e la collaborazione con il privato accreditato.
«Ciò che abbiamo appreso dall’emergenza Covid-19 – ha aggiunto Brambilla – è che occorre investire sulla rete territoriale più di quanto sia stato fatto finora, che l’innovazione tecnologica è fondamentale per lavorare in sicurezza, incrementando i progetti di telemedicina, teleconsulto, ragionando sul futuro della robotica. Abbiamo visto nelle nostre strutture e nei nostri professionisti una capacità di affrontare i problemi fuori dal comune e una grandissima flessibilità organizzativa; l’integrazione di tutte le piattaforme ha consentito di gestire il grande afflusso di pazienti di terapia intensiva, ma anche di poter seguire in alcuni periodi più di duemila cittadini al domicilio, portando loro la terapia più appropriata»
Per Brambilla questo è stato possibile grazie al contributo delle strutture intermedie come gli Ospedali di comunità che si sono rivelati fondamentali per la presa in carico dei pazienti, così come di tutta la rete della domiciliarità: dalle Usca alle equipe infermieristiche che hanno svolto uno straordinario lavoro, garantendo la continuità dell’assistenza e l’effettuazione di un altissimo numero di tamponi a domicilio in coordinamento con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, «una modalità assistenziale – ha concluso Brambilla – che verrà mantenuta come linea guida per la nostra programmazione futura».
Nel corso della discussione è intervenuto anche il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Carlo Adolfo Porro ha sottolineato lo sforzo sulla formazione, annunciando per il prossimo anno un potenziamento delle specializzazioni e delle matricole in campo medico e infermieristico.
L’Assessore Donini: “ancora emergenza, potenziare tamponi e test”
«Siamo ancora in emergenza Covid-19 e non possiamo abbassare la guardia, anzi proprio ora serve la responsabilità di tutti i cittadini e il rispetto delle regole per evitare nuovi focolai». Lo ha affermato l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini intervenendo alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena mercoledì 20 maggio.
Donini ha annunciato la volontà della Regione di «arrivare ad eseguire entro l’autunno 15 mila tamponi al giorno ed entro giugno test sierologici al 15 per cento della popolazione regionale».
Dopo aver manifestato la volontà di «potenziare e stabilizzare le Usca», Donini ha confermato che «Modena farà parte dell’hub della rete nazionale delle terapie intensive, promosso dalla Regione Emilia-Romagna con un investimento, su Modena, di oltre 11 milioni di euro, al netto delle tecnologie fornite in comodato d’uso gratuito dalla struttura commissariale nazionale per l’emergenza sanitaria da Coronavirus, guidata da Arcuri, con i quali saranno strutturati i nuovi reparti degenza terapia intensiva al Policlinico e all’ospedale di Baggiovara».
Donini ha concluso auspicando una sburocratizzazione delle procedure nazionali per realizzare gli investimenti sanitari e ribadito la necessità di ripartire con tutte le prestazioni sanitarie non indifferibili rinviate nell’emergenza; sui punti nascita, Donini, infine, ha confermato l’impegno della Regione di riaprirli, soprattutto in montagna.
Gli investimenti sugli ospedali: Hub Covid, ospedale di Carpi, servizi potenziati
Sulla rete ospedaliera modenese è previsto un investimento complessivo di oltre 226 milioni di euro, tra area nord (117 milioni), centro (quasi 103 milioni) e sud (oltre sei milioni di euro).
A Baggiovara termineranno all’inizio di giugno i lavori dell’hub Covid-19, iniziati il 7 maggio, che prevedono la realizzazione di una struttura per 18 posti letto, cui si aggiungeranno i 30 posti letto al Policlinico di Modena, dove è imminente l’avvio dei lavori.
A Baggiovara, inoltre, è previsto un nuovo edificio dedicato alla direzione e alla didattica.
Al Policlinico i lavori riguarderanno la nuova area materno infantile, il polo dedicato allo screening mammografico e alla senologia, i nuovi ascensori con il blocco tecnologico e gli ambulatori per bambini affetti da epidermolisi bollosa.
Nell’area nord sono previsti 100 milioni di euro per il nuovo ospedale di Carpi e investimenti per quasi 15 milioni sull’ospedale di Mirandola: ristrutturazione e potenziamento di diversi blocchi e attività, quali la Medicina d’urgenza, il Centro dialisi, il Servizio day hospital oncologico e gli ambulatori del servizio di riabilitazione.
Su Carpi, invece, oltre ai lavori già conclusi alla sede di psichiatria e residenza a trattamento intensivo, è in fase di avvio la gara per l’affidamento delle Camere ardenti (550 mila euro) mentre è in corso di progettazione la ristrutturazione del blocco operatorio B Chirurgico endoscopico per un milione e 600 mila euro.
Sull’ospedale di Pavullo sono stati investiti quattro milioni 650 mila tra nuovo comparto operatorio (già concluso e inaugurato) e la messa in sicurezza della struttura e nuovo pronto soccorso con lavori in corso.
Per l’ospedale di Vignola l’investimento di oltre un milione e 700 mila euro è destinato ai lavori sull’antincendio, sull’area omogenea e sul nuovo Cup.
51 mln di euro sulla rete territoriale, nuove Case della salute e Ospedali di comunità
Sulla rete territoriale sanitaria modenese è previsto un investimento di oltre 51 milioni di euro, dedicati in gran parte alla realizzazione di dieci nuove Case della salute (sono 12 quelle attive) e tre Ospedali di comunità (Osco) oltre ai due attivi a Fanano e Castelfranco Emilia.
A Modena oltre 16 milioni e 500 mila euro vanno per la Casa della salute di via Levi Montalcini che sarà inaugurata entro giugno e per quella prevista in via Panni nell’area del Charitas; nel programma figurano anche la ristrutturazione dell’ex ospedale Estense, la nuova Medicina dello sport, il nuovo Sert, lo spostamento delle sedi Ausl e l’hospice di Modena.
A Carpi ripartiranno dopo l’emergenza i lavori alla Casa della salute per quasi quattro milioni.
Nell’area nord sono previsti oltre 20 milioni di euro a Mirandola sullo stabile dell’ospedale dove troveranno spazio l’Osco e la Casa della salute, poi per l’Osco e l’ampliamento della Casa della salute di Finale Emilia, l’hospice di San Possidonio, il completamento della Casa della salute di Cavezzo, poi quelle di San Felice e Concordia.
L’investimento a Castelfranco Emilia è di un milione e 800 mila euro per la riorganizzazione della Casa della salute Regina Margherita.
Oltre tre milioni e 300 mila euro saranno dedicati al distretto ceramico per la Casa della salute di Formigine a Villa Bianchi e per l’hospice di Fiorano Modenese.
A Vignola sono previsti cinque milioni e 700 mila euro per la Casa della Salute e l’Osco a cui si aggiungono le risorse sulle Case della salute di Montese, Castelnuovo Rangone e Zocca.
In Appennino dopo i lavori della Casa della salute di Fanano, utilizzata anche in emergenza Covid-19 per accogliere nell’Osco i pazienti positivi, è previsto per il Comune di Pievepelago un finanziamento europeo di 420 mila euro per la Casa della salute che comprenderà anche la struttura socio-sanitaria di Riolunato.
I Sindaci durante la conferenza: “nell’emergenza rete territoriale decisiva”
L’emergenza Covid-19 ha evidenziato l’importanza della rete territoriale dei servizi sanitari. Lo hanno sottolineato tutti i sindaci e amministratori intervenuti nel corso della Conferenza sanitaria.
A partire da Gian Domenico Tomei, presidente della Provincia di Modena, e sindaco di Polinago, che a proposito del piano investimenti sulla sanità ha evidenziato lo sforzo per potenziare la rete territoriale «fondamentale – ha detto – soprattutto nei territori più lontani dai grandi ospedali»; per Tomei, inoltre, occorre «risolvere le difficoltà di reclutamento di nuovi medici di base che, soprattutto in Appennino, rappresentano un punto di riferimento per le nostre comunità».
Alberto Bellelli, sindaco di Carpi, ha ribadito il tema della necessità del potenziamento dell’assistenza domiciliare, della telemedicina e delle strutture intermedie che sono «strategiche per affrontare con efficacia l’emergenza Covid-19», mentre Giovanni Gargano, sindaco Castelfranco Emilia, ha parlato delle Case della salute «presidio fondamentale che deve essere ulteriormente sviluppato come tutta la rete sul territorio»; temi ripresi anche da Alberto Greco, sindaco di Mirandola, («la rete territoriale vicina ai cittadini è una priorità come il potenziamento dell’ospedale di Mirandola») e da Angelo Pasini, sindaco di Vignola.
Francesco Menani, sindaco di Sassuolo, ha lamentato uno squilibrio nelle risorse destinate all’area sud «che sono insufficienti anche perché occorre potenziare l’ospedale di Pavullo e tenere maggiormente in considerazione le esigenze dell’ospedale di Sassuolo, un modello di integrazione tra pubblico e privato ed eccellenza della sanità modenese», giudizio ripreso da Luciano Biolchini, sindaco di Pavullo, il quale, dando atto che «le promesse fatte sull’ospedale sono state mantenute» ha chiesto ulteriori investimenti sulla struttura e garanzie sulla riapertura del punto nascita».