“La proroga di due anni, cioè a fine 2022, della Politica agricola comune in vigore, insieme al mantenimento dell’attuale budget finanziario, in modo da evitare i pesanti tagli per l’Italia previsti dalla proposta approvata dalla Commissione Ue, sono due punti fermi dai quali potrà ora ripartire il confronto con l’esecutivo di Bruxelles e il Consiglio europeo, con l’obiettivo di giungere ad un accordo finale entro il prossimo mese di giugno”.
L’assessore regionale l’Agricoltura, Alessio Mammi, esprime soddisfazione per il voto della Comagri (Commissione politiche agricole) del Parlamento europeo che ha approvato una proposta di regolamento transitorio che estende di due anni l’attuale programmazione della Pac, anziché uno solo (il 2021) come propone la Commissione, senza che siano toccate le risorse a disposizione del mondo rurale. Su questo fondamentale punto il testo licenziato nel novembre scorso dalla Commissione Ue prevede invece per l’Italia un taglio di 144 milioni di euro sui pagamenti diretti (-4%) e di 230 milioni di euro sullo sviluppo rurale (-15%) rispetto alle dotazioni annue del periodo 2014-2020.
“Il voto in Comagri è un passaggio importante, ma non ancora definitivo- prosegue Mammi-. Affinché possa diventare tale, questa posizione ora deve essere confermata dal Consiglio dei ministri agricoli europei. Sarebbe davvero inaccettabile che dopo l’emergenza Coronavirus, che ha colpito così pesantemente anche il settore agricolo, si procedesse a tagliare le risorse della Pac nel momento di massimo bisogno per le aziende agricole”.
“L’estensione di due anni dell’attuale Pac- conclude l’assessore- inoltre darebbe più tempo per ripensare in maniera approfondita e strutturale una proposta di riforma, quella attualmente sul tavolo della discussione, che presenta molti aspetti controversi che non vanno, a partire dalla rinazionalizzazione dell’intera politica agricola, che relega le Regioni in un ruolo marginale. Anche e soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria, invece, abbiamo visto come sia importante potere adattare rapidamente gli interventi ai differenti bisogni espressi dai territori. Mi appello pertanto alla ministra Bellanova perché faccia sua, in sede di Consiglio Ue, la proposta votata dal Parlamento europeo e che come Regione Emilia-Romagna appoggiano fermamente”.